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I genitori di Renzi a processo. L’intercettazione: “Se il padre del premier ti chiede 130mila euro, gli chiedi lo sconto?”

I genitori dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di emissione di fatture false. Secondo il Corriere della Sera, in un’intercettazione agli atti l’imprenditore Dagostino dice: “Lo so benissimo che questo è un lavoro che valeva al massimo 50-60-70 mila euro. Ma se tu me ne chiedi 130 e sei il padre del presidente del Consiglio mi posso mettere a discutere con te e chiederti di farmi lo sconto?”.
A cura di Charlotte Matteini
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Nella giornata di ieri, il gup di Firenze, Silvia Romeo, su richiesta dei pm Christine von Borries e Luca Turco, ha rinviato a giudizio i genitori dell'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi – Tiziano Renzi e la moglie Laura Bovoli – per il reato di emissione di fatture false. Secondo l'accusa, i due coniugi avrebbero emesse fatture false per giustificare prestazioni inesistenti da 140 mila e 20 mila euro, che riguardavano un progetto per l’ampliamento di The Mall, outlet nei pressi di Rignano sull’Arno. Sempre secondo l'accusa, le somme versate alle due società controllate dai coniugi Renzi (Party ed Eventi 6) sarebbero state sproporzionate rispetto al progetto realmente presentato, costituito da poche pagine con qualche planimetria. Insieme ai coniugi Renzi, a giudizio è stato rinviato anche l’imprenditore Luigi Dagostino, il cosiddetto "re degli outlet", che dovrà rispondere anche di truffa.

Proprio Dagostino, secondo l'accusa, avrebbe versati ai genitori di Renzi i 160mila euro contestati. Come ricostruisce il Corriere della Sera, all'epoca dei fatti (nel 2015), "Dagostino era consapevole di pagare ai Renzi, tramite la Tramor, una cifra molto più alta del dovuto. E in un’intercettazione lo spiega con queste parole: «Lo so benissimo che questo è un lavoro che valeva al massimo 50-60-70 mila euro. Ma se tu me ne chiedi 130 e sei il padre del presidente del Consiglio mi posso mettere a discutere con te e chiederti di farmi lo sconto?".

"Dimostreremo nel successivo giudizio l’assoluta insussistenza della tesi accusatorie ci sono solo incongruità delle fatture che in quanto tali, se la prestazione è stata pagata, non sono false come ha stabilito la Cassazione", ha spiegato il legale difensore di Dagostino, l'avvocato Alessandro Traversi. Secondo l’avvocato dei Renzi, Federico Bagattini, ci sarebbe addirittura una prova concreta dell’innocenza dei suoi assistiti: "La migliore dimostrazione che le fatture erano regolari perché relative a prestazioni realmente effettuate sta nel fatto che sono già in corso i lavori di realizzazione del progetto a cui le fatture si riferiscono. Lavori che per l’udienza del 4 marzo forse saranno già conclusi". 

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