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Il parroco che si fa crocifiggere nella Via Crucis: “Lo faccio per profughi e disoccupati”

Il 41enne Don Diego Castagna ha scelto di interpretare la parte di Gesù crocifisso dai suoi parrocchiani: “Ho scritto io la sceneggiatura di questa Via Crucis. È una provocazione, contiene molti elementi di contemporaneità: il tema dei profughi, quello della violenza contro le donne e la perdita del lavoro”
A cura di Antonio Palma
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"È una provocazione, assomiglio a Gesù nell’aspetto, non per essere adorato come lui ma per provocare e fare riflettere sulle emergenze di oggi, su quello che ognuno di noi può fare per aiutare il prossimo", così Don Diego Castagna, 41enne parroco di Arcole, in provincia di Verona , racconta la sua scelta di interpretare la parte di Gesù e farsi crocifiggere per finta durante la Via Crucis organizzata per la settimana santa. A giocare un ruolo probabilmente è anche stato il  suo aspetto fisico visto che Don Diego è magro e può contare su capelli folti  e barba incolta, ma spingerlo a sfidare il gelo di una serata nella campagna veronese, fondamentalmente è stato il suo desiderio di lanciare un messaggio ai fedeli.

"Del resto l'imitazione di Cristo è anche il motivo della mia scelta vocazionale" ha spiegato infatti al Corriere del Veneto il parroco originario di Lonigo, nel Vicentino. Ad animare il sacerdote, ex missionario in Sudamerica, la volontà di "abbattere ogni muro che divide" ma in questo caso anche la sua vocazione per il teatro. Ad ammetterlo è sempre lui, spiegando: "Da tempo la recitazione è una mia passione, ho scritto io la sceneggiatura di questa Via Crucis. È una provocazione, contiene molti elementi di contemporaneità: il tema dei profughi, quello del femminicidio e della violenza contro le donne, la perdita del lavoro. Se Cristo oggi fosse tra noi, si occuperebbe di questo, sarebbe in prima linea tra i profughi, tra le donne e accanto a chi ha perso il lavoro".

Il sacerdote infatti  ha voluto tre tappe nella rappresentazione, ognuna dedicata a migranti, alle donne vittime di violenza e alle persone che hanno perso il lavoro. "Il mio percorso di sacerdote è sempre stato accanto agli ultimi, vicino ai poveri e a chi sta ai margini. L’idea di questa Via Crucis è partita proprio dalla presenza di un gruppo di profughi nella nostra comunità" ha raccontato Diego, spiegando: "Così Gesù sbarca ad Arcole da un barcone, insieme ai migranti. E poi ad una successiva stazione, è chiuso in gabbia con le donne picchiate, sfregiate, violentate, che poi verranno liberate. Infine marcia sopra un carro con chi ha perso il lavoro per la crisi".

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