Nuovo codice contro gli ‘impresentabili’, Pd: “È razzista”. Morra (M5S): “Accusa ignobile”
La commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Nicola Morra, ha approvato nuove linee guida per la formazione delle liste delle candidature per le elezioni europee, politiche, regionali, comunali e circoscrizionali. Si tratta sostanzialmente di un aggiornamento del ‘Codice Bindi' varato nel 2014 contro i cosiddetti ‘impresentabili'. Secondo le opposizioni dal codice sono stati esclusi però i reati di discriminazione razziale, etnica e religiosa, e pertanto il Pd si è espresso in modo critico, giudicando il nuovo testo "razzista". "Che si dica che la commissione Antimafia abbia licenziato un codice di autoregolamentazione razzista non lo accetto e respingo questa ignobile accusa", ha replicato Morra. "Nulla impedisce che con la prossima revisione del Codice alcuni reati particolarmente gravi possano essere presi in considerazione".
Il senatore ha spiegato che è stato introdotto il principio del cumulo: in presenza di condanne che complessivamente superano i 4 anni di pena – esclusi appunto reati di opinione, come quelli previsti dalla legge Mancino – questi impediranno la candidatura. Il codice, inoltre, potrà essere rivisto anche prima della fine di una legislatura: non si dovranno più attendere cinque anni per il rinnovo, ma lo si potrà fare ogni anno. Sono stati inseriti ‘reati spia' come quello della corruzione: il codice comprenderà nuove fattispecie penali come le pratiche corruttive, in particolare quelle contemplate dalla nuova legge anticorruzione, ma anche il caporalato, l'autoriciclaggio e i delitti contro l'ambiente.
Ma il Pd ha attaccato Morra e il M5S: "L'emendamento presentato dal senatore M5s Michele Giarrusso e approvato dalla Commissione è una scelta che sdogana chi ha commesso colpe gravissime, fascisti e razzisti, fatta in un momento in cui sono evidenti questo tipo di rigurgiti nel Paese", ha sottolineato il senatore Franco Mirabelli, capogruppo Pd in Commissione. "Se hai corrotto o concusso, rubato, rapinato giustamente sei impresentabile, ma – ha aggiunto il deputato dem Emanuele Fiano – se invece hai esercitato una discriminazione razziale oppure hai propagandato o hai istigato a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, allora no, allora tappeti rossi".
Il senatore pentastellato si è difeso così: "Non c'è stata nessuna ‘sanatoria' o ‘stralcio' dal codice Antimafia per i reati sulla discriminazione razziale, etnica o religiosa. Non erano contemplati prima e non lo sono neanche ora. La mia storia personale dice chiaramente quanto mi faccia schifo il razzismo. Ma questo tipo di reati non è mai rientrato né in passato, né oggi, nel codice degli ‘impresentabili' dal punto di vista della commissione Antimafia".
Il testo, su cui si sono astenuti Partito democratico, Forza Italia e Fratelli d'Italia, dovrà ora essere approvato dai due rami del Parlamento. Non sarà probabilmente approvato in tempo per la presentazione delle liste per le prossime europee, perché in quel caso i nomi dovranno essere presentati 45 giorni prima dalla data delle consultazioni, che si svolgeranno il 26 maggio.