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Padova, il parroco a luci rosse patteggia la pena: per Don Contin un anno di carcere

Don Pietro Contin, ex parroco della chiesa di San Lazzaro a Padova, già sospeso a divinis dal vescovo, ha chiesto il patteggiamento della sua pena, per un totale di 12 mesi per violenza privata e il pagamento di un risarcimento di 11mila euro all’ex amante. L’ultima parola spetta ora al Gip Cristina Cavaggion.
A cura di I. A.
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Un anno di carcere e 11mila euro di multa per il risarcimento della sua vittima. Ha deciso di patteggiare la sua pena Don Pietro Contin, l'ex parroco a luci rosse della chiesa di San Lazzaro a Padova e già sospeso a divinis dal vescovo. Come riporta Il Gazzettino, il sostituto procuratore Roberto Piccione, titolare delle indagini che coinvolgono l'ex sacerdote, ha accettato la richiesta di patteggiamento presentata dal legale dell'uomo, l'avvocato Gianni Morrone, ma l’ultima parola spetta ora al Gip Cristina Cavaggion. Sarà, infatti, lei a decidere, in camera di consiglio, se procedere con il patteggiamento o richiedere il rinvio a giudizio di don Contin.

A dare il via al procedimento era stata una donna che nella denuncia, datata dicembre 2016, aveva raccontato che il don "aveva sempre con sé una valigetta con vibratori, maschere, capi in pelle già visibilmente usati da altre donne. Aveva postato le mie foto nuda sul sito per coppie Sexycommunity e anche sul sito ‘La moglie offerta'. Mi chiamava schiava, mi comprò una ciotola per animali e un guinzaglio". Insomma, un vero e proprio scandalo che ha reso nota la doppia vita del parroco fatta di sesso estremo e violento e che ha portato Don Contin prima alla sospensione come sacerdote e poi all'inchiesta giudiziaria nella quale è accusato per di più di lesioni gravi e minacce aggravate. Cinque, secondo la ricostruzione dei quotidiani locali, gli episodi indicati nel capo d’imputazione che raccontano i tre pestaggi subiti dall’ex amante del religioso e le minacce ricevute in altre occasioni. Una prima volta la donna sarebbe stata picchiata e minacciata di morte anche con un coltello, in seguito a un litigio, nel dicembre del 2012. Poi un episodio analogo sarebbe avvenuto nel giugno del 2013 e ancora l’anno successivo, sempre in canonica.

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