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Roberto Calderoli: “Ho il cancro da sei anni, stavolta ho avuto la sensazione di non farcela”

Roberto Calderoli, senatore della Lega, racconta al Corriere della Sera la sua battaglia contro il cancro che va avanti da più di sei anni e il suo ultimo intervento, a gennaio: “Questa volta ho avuto la sensazione di non farcela”. Sei anno in cui l’impegno politico non è mai stato messo in secondo piano: “Appena avevo un po’ di energie tornavo in prima fila. Poco importa se sotto la giacca tenevo nascosti i drenaggi”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Solo pochi giorni fa, quando presiedeva l’Aula del Senato, Roberto Calderoli aveva sorpreso tutti raccontando della sua malattia. All’approvazione di una mozione sulle cure oncologiche, aveva detto: “Il caso vuole che a presiedere la seduta sia una persona che il cancro l’ha avuto e dai sei anni e mezzo sta combattendolo”. Ora il senatore leghista racconta al Corriere della Sera il suo cancro all’intestino e il suo ultimo intervento, a metà gennaio: “Questa volta ho avuto la sensazione di non farcela”. Un calvario iniziato nel giugno del 2012: “Ad oggi gli interventi sono stati sei, in mezzo una quantità di cicli di chemioterapia. E da quattro anni di immunoterapia: prima una volta alla settimana, ora una ogni tre. E riesco anche a farla a casa”. Dopo sei anni la battaglia, però, non si può ancora considerare vinta. “Tecnicamente dopo sei anni dal primo intervento si dovrebbe parlare di guarigione. Se non fosse che a gennaio mi hanno tolto un altro pezzetto di intestino…”.

Ma il cancro non ha distolto Calderoli dalla vita politica: “Ho sempre cercato di non venire mai meno ai miei impegni. Appena avevo un po’ di energie tornavo in prima fila. Poco importa se sotto la giacca tenevo nascosti i drenaggi”, racconta. Spiegando perché non abbia mai fatto un passo indietro, neanche temporaneo: “La malattia si è presentata quando la Lega è precipitata negli scandali. Non potevo chiamarmi fuori. Era una questione di sopravvivenza. Della Lega ma anche mia, perché siamo una cosa sola”. E tra i tanti colleghi che gli sono stati vicini, Calderoli ci tiene a ricordare Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: “Si è sempre informato sulle mie condizioni con discrezione”.

Nell’intervista al Corriere il senatore leghista racconta ancora gli anni della malattia:

Se la ricorda la prima volta?

“Era il giugno del 2012. All’uscita dalla sala operatoria, quando ancora non c’erano gli esami istologici che lo confermavano, ebbi subito una cattiva sensazione. Mi dissero che avevano trovato una lesione. Cominciai subito a pensare a come dovevo sistemare la mia vita, agli ultimi mesi da vivere”.

Pochi mesi dopo la prima operazione, malgrado le avessero detto che era andato tutto bene, dovette finire di nuovo sotto i ferri.

“Sì, l’oncologo diceva che dovevo essere rioperato, il chirurgo era di parere opposto. Andai all’Istituto oncologico francese di Parigi dove applicavano una metodica sperimentale. Ma lì mi consigliarono di rivolgermi all’Istituto oncologico veneto di Padova dove certe tecniche erano già d’uso comune. In Italia, anche se non lo sappiamo, spesso siamo più avanti”.

Quando entrò in sala operatoria?

“L’intervento era previsto per dicembre ma dopo i primi esami i medici mi diagnosticarono un’estensione del tumore al sigma e al colon discendente. Ero pieno di metastasi. Finì che fui operato nell’agosto del 2013”.

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