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Siri, Salvini: “Sopravvivenza del governo non è minacciata, ma 5S si mettano d’accordo tra loro”

Il ministro degli Interni Matteo Salvini è intervenuto ancora una volta sul caso del sottosegretario Armando Siri, indagato per corruzione: “Stanno trattando Siri come il mostro di Firenze, quando nei suoi confronti non esiste un solo atto concreto. Se Conte me ne presenta uno sono disposto a discuterne”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La sopravvivenza del governo non è minacciata dal caso Siri, ne è convinto il ministro degli Interni Matteo Salvini, che, a una domanda sul punto oggi ha risposto così: "No, per combattere la droga ci vuole un governo. Io parlo di vita reale: mi sto occupando di lotta alla droga. Sono pronto a incontrare le comunità di recupero dei tossicodipendenti e a combattere ogni tipo di droga via per via città per città. Non mi occupo di altri. In questo momento il resto del dibattito lo lascio ai giornalisti e ai giudici".

"I Cinque Stelle si devono mettere d'accordo tra di loro. Il ministro dice una cosa e il suo vice sostiene l'opposto. Il percorso sulle Province, che ora non sono né carne né pesce, è stato deciso insieme. Il problema è che cambiano idea troppo spesso. Non solo in questo caso, ma anche sulla flat tax, sull'immigrazione o sulle autonomie. Non si può dire contemporaneamente sì, no e forse. Se poi Di Maio ha un modo per sistemare scuole e strade senza enti intermedi sono pronto ad ascoltarlo. Però mi secca lavorare settimane per scoprire che hanno una nuova opinione". A dirlo è il vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, in un'intervista al quotidiano ‘La Stampa'.

"Le seccature cominciano a essere troppe", ha ribadito il ministro dell'Interno, che tuttavia assicura di non voler tornare al voto: "Ho giurato il primo giugno. Ho fatto delle promesse agli italiani e intendo mantenerle. Certo, per andare avanti bisogna essere d'accordo in due". Sulle indiscrezioni, che lo vorrebbero aspirante premier, ha detto: "quello che faccio mi piace moltissimo. Non capisco perché Conte alluda a qualcosa di diverso".

Nell'intervista a ‘La Stampa' Salvini è tornato ancora sul caso Siri: "Non mi basta certo un pezzo di intercettazione estrapolato da un verbale per dire che Siri ha delle responsabilità in questa storia. Me lo deve dire un giudice. Non i giornali". Quanto al premier Giuseppe Conte, "faceva l'avvocato, non il giudice. Mi rifiuto di vivere in un paese con 60 milioni di presunti colpevoli. Stanno trattando Siri come il mostro di Firenze, quando nei suoi confronti non esiste un solo atto concreto. Se Conte me ne presenta uno sono disposto a discuterne".

In merito ai 23 miliardi necessari per scongiurare l'aumento dell'Iva, Salvini si dice "serenissimo. Perché credo il 27 maggio l'Europa cambierà approccio. Lo sanno anche la Merkel e Macron, i finlandesi o gli spagnoli che domani (oggi, ndr) vanno a votare. La politica europea va rivista interamente. Vedrete che dopo le elezioni nessuno ci verrà a chiedere 23 miliardi".

Sulla legittima difesa, il vicepremier definisce giuste le osservazioni fatte del Presidente Sergio Mattarella sul concetto di ‘grave turbamento'. Quanto al primo caso dopo l'approvazione della nuova legge, avvenuto a Monterotondo, alle porte di Roma, con il ferimento di un presunto ladro minorenne, ha detto: "Se entri in casa mia per rubare sei fuori posto. Che tu abbia 16 anni o 36. La legittima difesa è una legge di civiltà". Nell'intervista Salvini ha ammesso di non aver mantenuto la promessa sul taglio delle accise sulla benzina, "ma non potevo immaginare che ci sarebbe stata questa maggioranza, di cui pure vado orgoglioso. Ora stiamo valutando un intervento con tre scaglioni diversi e presto daremo un segnale". Il leader della Lega ha negato poi di aver cancellato Di Maio dalle persone seguite su Instagram: "È surreale. Non l'ho mai avuto su Instagram, dunque non avrei potuto cancellarlo. Seguo pochissimi politici, e tutti della Lega. E poi la D'Urso, la Hunzicker, il Milan, Vasco e i Nomadi".

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