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Treviso, attacchi da Forza Nuova al prof Antonio Silvio Calò che ospita i migranti in casa

Il docente di filosofia Antonio Silvio Calò, insieme alla moglie Nicoletta, ha accolto in casa sua 6 migranti nel 2015. I militanti di Forza Nuova di Treviso hanno affisso dei manifesti, in cui si legge lo slogan: “Immigrato adottato italiano abbandonato. L’immigrazione non è forza, ma solo business”.
A cura di Annalisa Cangemi
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I militanti di Forza Nuova non gli danno tregua. Non gli perdonano quel gesto di solidarietà e di apertura, che lo ha spinto ad accogliere in casa sua sei migranti, ormai da qualche anno, dal 2015. Per questo il professore di filosofia Antonio Silvio Calò è odiato dall'estrema destra di Treviso. I militanti lo hanno punito con dei manifesti, affissi giovedì notte all’ingresso del liceo classico Antonio Canova di Treviso, dove il prof lavora. Un gesto per colpire lui e la moglie Nicoletta.

I sei migranti, arrivati con i barconi della speranza in Italia, sono stati accolti nella loro villetta di Camalò, dove la coppia vice insieme ai quattro figli. Antonio Silvio e Nicoletta si sono trasferiti nella canonica della chiesa di Santa Maria sul Sile, che nel giardino ospita una barca, simbolo del viaggio e dell'accoglienza. Sui manifesti si legge: "Immigrato adottato italiano abbandonato. L’immigrazione non è forza, ma solo business". Nei cartelli compare una copertina del settimanale "Il Venerdì" di Repubblica dedicata proprio a Calò e alla sua famiglia. La moglie Nicoletta ha anche scritto un libro, intitolato ‘A casa nostraI nuovi ragazzi della famiglia Calò' in cui ha raccontato la loro esperienza di famiglia ‘allargata'.

L'insegnante, in un'intervista su Repubblica.it, ha dichiarato: "Sono cose che lasciano veramente l’amaro in bocca. Abbiamo ricevuto intimidazioni, e tanti insulti Ma non sono certamente l’unico a cui accadono queste cose e credo che la cosa importante sia alzare il volume e restare uniti per fare sentire in Italia una voce diversa. Quando si arriva a questi livelli bisogna far capire a tutti gli italiani che è venuto il momento di stigmatizzare queste situazioni e avere il coraggio di dire basta. Basta. Queste persone sono impunite. Non si può continuare così", si sfoga.

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