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Vicenza, adolescente non ammesso in discoteca: “Non lo fanno entrare perché è negro”

Il direttore del locale afferma invece che “il razzismo non c’entra niente” e che è la vigilanza a decidere chi far entrare e chi no.
A cura di Redazione
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Doveva essere una festa tra amici, una di quelle aspettate e desiderate per tanto tempo, ma quando i quattro ragazzi, che si conoscevano dalle scuole elementari e che oggi hanno quindici anni, sono arrivati alla discoteca di Caldogno, in provincia di Vicenza, i buttafuori hanno deciso che uno di loro non poteva entrare. A raccontare la storia al Corriere è Francesco Morana, il padre di uno dei ragazzi. La festa doveva cominciare alle 22.30 di giovedì 29 marzo e finire alle 24.30. Ad accompagnare i quattro ragazzi è una delle madri, che lascia l'allegra comitiva all'ingresso della discoteca Nordest. Al controllo documenti tutti mostrano la propria carta d'identità, ma i buttafuori non controllano. Eppure uno dei tre adolescenti resta alla porta. Quando i tre amici si accorgono della sua assenza, tornano all'ingresso e chiedono spiegazioni, "ma i vigilanti cercano di allontanarli con modi scortesi – rivela Morana -. Allora rientrano e cominciano a scambiarsi sms con il compagno ancora all’uscita. Lui spiega: mi hanno detto che devono fare dei controlli".

I ragazzi all'interno contattano la madre che li aveva accompagnati in discoteca, scrivendole un messaggio: "Non lo fanno entrare perché è negro". La donna torna e parla con i vigilanti, che confermano la necessità di eseguire dei controlli così come richiesto dalla direzione e spiegano che "non siamo razzisti, facciamo entrare tutti qui, bianchi, neri, rossi e verdi". La donna si guarda intorno e nota che, nonostante l'affermazione dei dipendenti, all'esterno ci sono solo ragazzi di colore. "Una brutta storia", commenta Morana, osservando anche che si è trattato di un cattivo esempio dato proprio dagli adulti a dei ragazzi "che tutti i giorni convivono con coetanei di diverse etnie, per loro è la quotidianità".

La direzione del Nordest invece fa sapere che "il razzismo non c’entra niente, abbiamo tutto l’interesse a far entrare più gente possibile per incassare: questi eventi costano". In ogni caso la decisione su chi escludere e chi no spetta alla vigilanza, secondo il direttore del locale, che "ha carta bianca, decidono i buttafuori chi far passare e chi no e se quel ragazzino è stato escluso la ragione è una sola: probabilmente l’ultima volta che è stato qui, ha combinato qualcosa. E chi non si comporta correttamente sta fuori, sia bianco, grigio, giallo, italiano, rumeno o africano".

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