Basta con l’indifferenza davanti al dolore dei migranti. Papa Francesco dal Marocco chiede all’Europa “l’ampliamento dei canali migratori regolari”

“Non vogliamo che l’indifferenza e il silenzio siano la nostra parola. Ancor più quando si riscontra che sono molti milioni i rifugiati e gli altri migranti forzati che chiedono la protezione internazionale, senza contare le vittime della tratta e delle nuove forme di schiavitù in mano ad organizzazioni criminali. Nessuno può essere indifferente davanti a questo dolore”. Sono state queste le parole di Papa Francesco incontrando i migranti al Centro Caritas Diocesana di Rabat, in Marocco. Il Papa ha chiesto nell’occasione “l’ampliamento dei canali migratori regolari”, ricordando che è questo di fatto “uno degli obiettivi principali del Patto mondiale”, firmato proprio in Marocco, a Marrakesh, qualche mese fa. “Questo impegno comune – ha detto – è necessario per non accordare nuovi spazi ai ‘mercanti di carne umana che speculano sui sogni e sui bisogni dei migranti”.

Secondo Francesco, “finche’ questo impegno non sarà pienamente realizzato, si dovrà affrontare la pressante realtà dei flussi irregolari con giustizia, solidarietà e misericordia”.

Il Pontefice ha poi sottolineato con forza che “le forme di espulsione collettiva, che non permettono una corretta gestione dei casi particolari, non devono essere accettate. D’altra parte, i percorsi di regolarizzazione straordinari, soprattutto nei casi di famiglie e di minori, devono essere incoraggiati e semplificati”.

Nel suo discorso, Papa Francesco ha invitato a considerare “quattro verbi – accogliere, proteggere, promuovere e integrare – affinche’ coloro che vogliono aiutare a rendere piu’ concreta e reale questa alleanza possano con saggezza coinvolgersi piuttosto che tacere, soccorrere piuttosto che isolare, edificare piuttosto che abbandonare”.

“Ciò che è in gioco – ha sottolineato – è il volto che vogliamo darci come società e il valore di ogni vita. Si sono fatti molti e positivi passi avanti in diversi ambiti, specialmente nelle società sviluppate, ma non possiamo dimenticare – ha sottolineato – che il progresso dei nostri popoli non si può misurare solo dallo sviluppo tecnologico o economico”. “Esso – invece – dipende soprattutto dalla capacità di lasciarsi smuovere e commuovere da chi bussa alla porta e col suo sguardo scredita ed esautora tutti i falsi idoli che ipotecano e schiavizzano la vita; idoli che promettono una felicità illusoria ed effimera, costruita al margine della realtà e della sofferenza degli altri. Come diventa deserta e inospitale una citta’ quando perde la capacità della compassione! Una società senza cuore… una madre sterile. Voi non siete emarginati, siete al centro del cuore della Chiesa”.

“Considerando lo scenario attuale, accogliere – ha quindi concluso Francesco – significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei Paesi di destinazione”.

Papa Francesco, in Marocco per una due giorni volta a rafforzare il dialogo con l’Islam, ha anche fatto visita all’Istituto Mohammed VI per imam, predicatori e predicatrici. Il Pontefice era accompagnato dal re.

Durante la visita, non era previsto un discorso del Papa, ma hanno preso la parola due studenti della scuola, uno europeo e uno africano, e sono state eseguite musiche di diversa estrazione religiosa. L’Istituto ha come obiettivo principale l’insegnamento dell’Islam moderato che caratterizza la societa marocchina.