Card. O’Malley. “La Chiesa ha pagato un prezzo alto alla sua ignoranza in materia di abusi. Ora le vittime vengano prima di tutto”

“Cinquantun anni fa, quando sono stato ordinato, l’ultima cosa che poteva venirmi in mente è che mezzo secolo dopo sarei stato a Varsavia a parlare a un gruppo distinto come questo dell’argomento di cui stiamo discutendo. Perché a quel tempo non sapevo nulla della pedofilia”. Lo ha confidato il cardinale cappuccino Sean Patrick O’Malley parlando al convegno di Varsavia sugli abusi. “La mia conversione ha richiesto molto tempo”, ha aggiunto il porporato.

Il presidente della Commissione vaticana per la protezione dei minori ha quindi ricordato i suoi primi anni di servizio per la Chiesa universale, inizialmente con gli immigrati dell’America Centrale, poi a Washington, e ancora come vescovo nelle Indie Occidentali su nomina di Giovanni Paolo II. E nel ’92, nominato vescovo nella diocesi di Fall River, “poco prima che venissi assegnato – ha ricordato – era scoppiato un terribile scandalo su un prete pedofilo, padre Porter, che aveva violentato centinaia di bambini piccoli. Quando arrivai, uno dei miei primi compiti fu quello di incontrare alcune delle vittime e le loro famiglie. Hanno riempito un auditorium molto più grande di questo. C’erano centinaia di persone. Devo dire che ero terrorizzato. Ma è stato l’inizio della mia conversione pastorale, ascoltando le loro storie e identificandomi con quello che mi dicevano”.

Dopo dieci anni in quella diocesi, il prelato viene inviato a Palm Beach, in sostituzione di due vescovi rimossi proprio per casi di pedofilia. “Alla conferenza stampa che abbiamo organizzato quando sono arrivato, la prima domanda che mi è stata fatta era: ‘Sei anche tu un pedofilo?’”.

Da Palm Beach il passaggio è, nel 2003, a Boston, arcidiocesi in quegli anni messa in ginocchio da una grave crisi per gli scandali sessuali, fatta esplodere dallo “Spotlight Team”, grazie al coraggio di alcuni giornalisti del Boston Globe incaricati di indagare sui casi di pedofilia commessi dai sacerdoti della Chiesa locale. “Hanno tratto un film dal loro lavoro chiamato Spotlight (la pellicola premio Oscar del 2015 di Tom McCarthy, ndr). È un film molto doloroso da guardare, ma penso che sarebbe molto buono per la leadership della Chiesa vedere quel film per avere una migliore comprensione di ciò che è successo in un posto come Boston”.

“Negli Stati Uniti – ha aggiunto il porporato – abbiamo un collutorio che si chiama Listerine. E la pubblicità del Listerine dice: ‘Qualsiasi cosa ha un sapore così cattivo, deve essere buona per te’. Bene, questo è il modo in cui mi sento riguardo a ciò che abbiamo sperimentato con la stampa. Ci hanno aiutato a capire che c’è un cancro nascosto che deve essere affrontato oppure ci ucciderà”.

“Non vorrei tornare a quella Chiesa della mia giovinezza quando avevamo questa meravigliosa ignoranza delle cose che stavano accadendo”, ha detto O’Malley in conclusione della sua premessa a braccio. “Tutto il dolore che abbiamo sofferto è una grande fonte di guarigione. Ci sta portando ad affrontare il problema degli abusi sessuali, e a mettere i bambini e gli adulti vulnerabili come priorità nella nostra Chiesa. Così come dovrebbe essere”.