Pronto il rilancio del brand di Interfashion

High riparte dalla newco finanziata da Giuseppe Stefanel, Giulio Corno e Alberto Vacchi

La trattativa è durata mesi, ora Interfashion, l’azienda di moda basata a Rimini, cui fa capo il marchio High, ha una nuova proprietà. È la Strava srl, una newco costituita da un pool di investitori molto noti nei rispettivi campi di azione: l’imprenditore del settore moda Giuseppe Stefanel, Giulio Corno, amministratore delegato e fondatore del gruppo Triboo Digitale e Alberto Vacchi, a capo della multinazionale di macchine automatiche per il packaging Ima.

L’acquisizione è avvenuta all’interno della procedura di amministrazione straordinaria in cui si trovava dal 2019 il gruppo Stefanel, di cui Interfashion era una business unit controllata al 100%.

«Di fatto, pur essendo Interfashion un’azienda in salute – spiega a fashionmagazine.it il direttore generale Alessandro Cavalieri - da giugno 2019 fino alla fine del 2022 siamo stati sotto la gestione del commissario straordinario, ma la sede di Rimini ha goduto di grande autonomia. Abbiamo utilizzato questi mesi - caratterizzati non solo dal concordato, ma anche dal Covid e dal conflitto Russia-Ucraina – per rendere più efficiente la macchina, riducendo i tempi di produzione, velocizzando le consegne e rafforzando il rapporto con i nostri partner principali. Oggi siamo più forti che mai e pronti alle sfide che il piano di rilancio della nuova proprietà comporta».

In base all’accordo, in azienda sono stati mantenuti i livelli occupazionali e, a ribadire la volontà di dare continuità al business, anche i manager di prima linea sono stati confermati, così come l’attività della showroom presente da anni in via Tortona a Milano, per cui è appena stato rinnovato il contratto di affitto.

Ma il segnale più evidente di continuità è forse legato alla presenza, all’interno della nuova compagine societaria, di Giuseppe Stefanel, che aveva contribuito, attraverso l’omonimo gruppo di famiglia, a lanciare il marchio High nel 2006.

«I tre imprenditori sono presenti con quote paritetiche» spiega Cavalieri, che ricorda come anche il coinvolgimento di Giulio Corno sia un elemento legato al passato del brand.

«Da oltre 10 anni Triboo è il partner di tutte le attività digitali di High, che nella nuova fase che si sta aprendo saranno ulteriormente potenziate». La partecipazione di Alberto Vacchi è più di natura finanziaria che operativa e sottolinea la propensione della società «ad attuare nuovi investimenti, con l’obiettivo di accrescere la brand awareness e la presenza commerciale di High», sottolinea Cavalieri.

«A livello di prodotto confermiamo il nostro posizionamento tra premium e designer, con un’estetica romantica ed eclettica che non si è mai persa» spiega il direttore generale, che ha affidato la realizzazione stilistica delle collezioni a un team di creativi interni, a cui di volta in volta verranno affiancati consulenti stilistici esterni «anche se non escludiamo l’inserimento di un direttore creativo nel medio-lungo termine».

«La nostra idea – prosegue - è quella di investire sul total look, ampliando l’offerta merceologica attraverso una serie di collezioni sussidiarie come High, High Use (abbigliamento da lavoro), High Tech (mondo sportswear) e di espanderci in futuro nel mondo degli accessori, che attualmente rimangono un complemento della nostra offerta di abbigliamento».

Interfashion ha chiuso il 2022 con un fatturato complessivo di 26 milioni di euro e per quest’anno stima un aumento delle vendite single digit, con la previsione di incrementare il tasso di crescita nel triennio 2024-2026.

«Stiamo elaborando il business plan – aggiunge Cavalieri– che comprende una distribuzione potenziata, che punta a far crescere in maniera organica wholesale (che vale già 65% delle vendite, ma pensiamo di poter crescere ulteriormente in chiave selettiva), retail diretto e indiretto e vendite digital».

In programma un’espansione territoriale, che avrà come punto di partenza l’attuale presenza in circa 500 negozi multimarca e department store nel mondo e 20 boutique monomarca. Le priorità saranno da un lato il consolidamento dei mercati di riferimento tra i quali non c’è Italia, che incide per meno del 10% sul fatturato globale di High.

«Abbiamo sempre avuto una connotazione fortemente internazionale – conclude Cavaliere – siamo forti in mercati Europei come la Francia, la Germania e Uk. Anche la Spagna sta dando ottimi segnali. Ma siamo anche presenti, sia fisicamente che digitalmente in mercati come Usa, Cina e Australia, in cui vediamo ampi margini di crescita».

Infine, la nuova brand identity sarà comunicata attraverso una serie di progetti speciali e numerose iniziative esclusive, anche digital, pensate e promosse dal nuovo team di marketing e comunicazione, nato con l’arrivo della nuova proprietà.

an.bi.
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