LA MODA INFANTILE NEL 2018

Export vivace, ma Russia in calo e mercato interno fermo

Non sono tempi facili, neanche per il childrenswear, «ma restiamo positivi e soprattutto propositivi», ha sottolineato stamattina Raffaello Napoleone, a.d. di Pitti Immagine, presentando la prossima edizione di Pitti Bimbo, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 20 al 22 giugno.

«Siamo di fronte a un mercato di luci e ombre, che però trova nell'export una boccata di ossigeno», ha affermato Napoleone, riallacciandosi alle prime stime elaborate dal Centro Studi di Confindustria Moda per Smi, secondo le quali nel 2018 il commercio estero di moda junior ha registrato un trend positivo.

«Non va però sottovalutato che, a fronte di mercati dinamici, altri hanno subito una battuta d'arresto - ha aggiunto il manager -. Penso ad esempio alla Russia, che per quanto riguarda l'abbigliamento per neonati è arretrata di oltre il 23%. Un'area che tra il 2010 e il 2014 era per noi la numero uno ma che successivamente, a causa di varie problematiche tra cui le sanzioni da parte di Ue e Usa, ha imboccato una strada accidentata. Se il 2017 lasciava ben sperare, l'anno successivo ha decisamente frenato gli entusiasmi». Gli altri talloni d'Achille sono Grecia (-10%) e Portogallo (-2,4%).

Fortunatamente non dappertutto si verifica la stessa situazione: sempre rimanendo in tema di abbigliamento per i neonati (un settore per il quale è possibile isolare le voci doganali di pertinenza e quindi i flussi commerciali oltreconfine), le vendite dal nostro Paese sono progredite nel Regno Unito, che con il 16,4% dell'export settoriale è primo tra le nostre nazioni di sbocco, in Spagna e Germania, che si sono portate rispettivamente al 12% e all'11,2%, mentre alla Francia spetta il 9,3%, «anche se negli ultimi cinque-sei mesi l'Esagono ha subito una pesante battuta d'arresto, dovuta soprattutto alle conseguenze delle proteste dei gilet gialli». Il kidswear italiano è molto apprezzato anche in Svizzera, che ha messo a segno un +13,2%.

Alla voce importazioni, la nazione dominante rimane la Cina, con un'incidenza del 24,7% sul totale, ma anche con un calo del 10,7%. Al contrario, la Francia - che occupa la seconda posizione - cresce del 5,1%. Al terzo posto c'è il Bangladesh, che come la Repubblica Popolare incassa un decremento, anche se in misura minore (-1,8%).

Aumenta l'import da Spagna e India, mentre i Paesi Bassi fanno addirittura un balzo del +101,8%, essendo un tradizionale porto d'ingresso delle merci in arrivo soprattutto dal Far East.

Sita Ricerca ha analizzato per conto di Smi l'andamento del sell out di abbigliamento junior nel corso del 2018. Le notizie non sono buone: dopo un 2017 di assestamento, con un -0,2%, i consumi nazionali del comparto dovrebbero archiviare i 12 mesi con una contrazione superiore al -1,5%.

In particolare, la primavera-estate 2018 ha visto una flessione dell'1,1%, con performance pressoché simili tra bambino, bambina e neonato.

Passando ai canali distributivi, le catene mantengono un 51,4% di share, ma decrescono del 3,4% a livello di sell out intermediato. Al contrario, la gdo - la cui fetta di mercato oltrepassa il 30% - segna un rialzo del 5,4% su base stagionale.

Al dettaglio indipendente resta un 10,5%, ma con un +14,6% nel segmento bimba (nella foto, il bébé secondo Brums). 

a.b.
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