Durissima la reprimenda di Fabio Capello sul razzismo. Intervistato dal Corriere della Sera, l'ex allenatore di Juventus e Milan espone il suo punto di vista.

Capello, in Italia comandano ancora gli ultrà?
"Confermo la mia posizione e le mie idee: sì. Purtroppo sono isolato. Eppure è proprio così, come ho detto tanti anni fa. Essere ultrà è un mestiere, in quel ruolo si fa business: non è normale".

All’estero non accade?
"All’estero si interviene e si puniscono i responsabili, da noi è tutto diverso: servirebbero provvedimenti seri, importanti, invece niente. Guardate cosa succede in Inghilterra: certi personaggi vengono fermati. Anche in Spagna è lo stesso. E se osservate le immagini della Premier, vi accorgete che gli stadi sono sempre pieni".

Anche in Russia sono permissivi con gli ultrà?
"Là negli stadi c’è gente che ha un’aggressività notevole, fisica e verbale. L’ho vista io stesso in azione. Però, quando i tifosi sbagliano, vengono puniti in modo duro. In Italia non è così: gli ultrà si sono impadroniti di un settore dello stadio e fanno quello che vogliono".

Nessuno li combatte.
"Avete visto come si comportano i calciatori alla fine della partita? Non salutano tutto lo stadio dal centro del campo, non ringraziano ogni tifoso di ciascun settore: vanno sotto la curva, dagli ultrà. Una sciocchezza, una mancanza di rispetto verso gli altri. In trasferta è giusto che vadano nel settore occupato dai loro tifosi, da coloro che li hanno seguiti e sostenuti, ma in casa dovrebbero rimanere al centro del campo e trattare tutti allo stesso modo".

Lei dunque riterrebbe giusto sospendere le partite quando ci sono episodi come quelli di San Siro.
"Assolutamente sì, sono d’accordo con chi sostiene che le gare vadano interrotte. C’è un problema, però. Non si capisce mai qual è l’intensità necessaria per prendere una decisione di questo tipo. Una volta i cori non si percepiscono abbastanza, un’altra volta viene tirata fuori una storia differente. Così, alla fine, le partite non si sospendono mai. E gli ultrà continuano a fare quello che vogliono".

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Sezione: Rassegna / Data: Sab 27 aprile 2019 alle 11:00 / Fonte: Corriere della Sera
Autore: Alessandro Cavasinni / Twitter: @Alex_Cavasinni
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