Cina, dati macro migliori delle stime. Ecco le prospettive

Giornata condizionata positivamente dalla pubblicazione dei dati cinesi, che hanno sorpreso in positivo i mercati andando a segnalare una ripresa generalizzata, di cui i primi segnali si erano registrati anche in Europa nei giorni scorsi. Ancora presto per ritenere il rallentamento economico globale dei primi due mesi dell’anno archiviato e iniziare a rivedere al rialzo le aspettative del 2019, tuttavia si tratta questo di un segnale incoraggiante per i prossimi mesi.

In particolare la crescita del PIL della Cina del primo trimestre si è confermata al 6,4% annualizzato, ovvero sui livelli del periodo precedente e di un decimo di punto al di sopra delle aspettative. A dare un contributo importante è stata la produzione industriale di marzo, che ha registrato una salita dell’8,5% (contro il 5,6% previsto e il 5,3% di febbraio), unitamente alle vendite al dettaglio, in au-mento dell’8,7% annuo (atteso 8,3% precedente 8,2%).

Secondo gli economisti l’aumento della spesa pubblica promosso da Pechino per il 2019 ha contribuito a generare un clima di fiducia tra investitori e consumatori, superando quelli che erano i timori per il rallentamento globale e le incertezze della guerra commerciale. La riduzione dell’IVA, secondo JPMorgan, porterà ad una performance economica positiva per la Cina nei prossimi mesi, con un effetto che si andrà riducendo avvicinandosi a fine anno e scomparendo nel 2020.

Il contrappeso al risultato positivo potrebbe però essere una riduzione degli investimenti pubblici nel Paese per controllare il deficit, oltre a possibili strette monetarie della Banca Centrale per disincentivare l’indebitamento, con un intervento che potrebbe essere un ritocco al rialzo delle riserve obbligatorie delle banche” avvertono gli analisti di Wings Partners Sim.

I mercati (ed in particolari quelli azionari) si sono retti sulla convinzione di possibili interventi congiunti di politiche fiscali e monetarie espansive per superare eventuali movimenti difficili per l’economia, supportando delle quotazioni degli asset che beneficiano di una propensione al rischio elevata. “Il miglioramento dell’economia è sì una notizia positiva, ma viene controbilanciata da minori azioni di stimolo dei policy makers“.

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