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Terrorismo: sono molti gli arresti di presunti jihadisti, ma in Italia il pericolo resta alto

Combattenti della Jihad islamica

Abbiamo tutti vissuto il periodo pasquale sotto il segno dell’allarme terrorismo, giustificato da molti segnali, lanciato dal ministro Minniti, dal capo della Polizia gabrielli, soprattutto per la città di Roma. massima la sorveglianza, Forze dell’ordine in allerta, ma tutte le manifestazioni si sono svolte senza incidenti.

Gli arresti moltiplicatisi negli ultimi mesi confermano che ci sono cellule dello Stato Islamico che possono decidere di colpire da noi o di infiltrare in Europa i propri uomini e quanto sia ramificata e diffusa la ragnatela del jihadismo anche in un’Italia che non ha ancora una presenza musulmana paragonabile a quella di altri Stati europei.

L’egiziano di Foggia, cittadino italiano, che educava i bambini al jihad come hanno fatto negli ultimi anni gli educatori del Califfato nelle città irachene e siriane e occupate dall’Isis, evidenzia quanto poco sappiamo di quanto accade nelle moschee abusive e nei cosiddetti centri culturali islamici presenti in Italia. Dovremmo chiederci perché nessuno tra i genitori dei bambini educati all’omicidio degli infedeli nella scuola coranica foggiana abbia denunciato un simile insegnante o abbia ritirato i 1 figli dai corsi di jihad.

In Francia, dove la situazione è molto peggiore rispetto all’Italia, un’inchiesta dell’istituto Montaigne dimostrava già nel 2015 che la metà dei giovani islamici con cittadinanza francese ammetteva di non riconoscersi nelle leggi della Republique desiderando vivere sotto i dettami della sharia.

Gli arresti di queste ultime ore confermano inoltre la pericolosità della branca tunisina del terrorismo islamico visto che quello Stato nordafricano ha dato al Califfato più combattenti dell’intera Europa (circa 6mila) e moltissimi tunisini sbarcano in Italia illegalmente. I casi di terroristi con un passato da spacciatori di droga sono ormai una costante. I personaggi più pericolosi giunti in Italia dalla Tunisia potrebbero essere proprio quelli che raggiungono di notte le coste siciliane con i cosiddetti “sbarchi fantasma”, facendo perdere le loro tracce prima di venire intercettati dalle forze dell’ordine. Un allarme, quello per gli “sbarchi fantasma” da Tunisia e Algeria, rilanciato solo pochi giorni or sono al Parlamento europeo da Fabrice Leggeri, direttore dell’agenzia europea Frontex e confermato dal ministro Minniti. «Dobbiamo essere certi che non vi siano attraversamenti non intercettati dei confini dell’Ue, perché questo va a scapito della sicurezza» dell’intera Unione, ha avvertito Leggeri, ricordando che i flussi dalla Tunisia sono in rapida crescita e rappresentano già in quinto dell’intero traffico di immigrati illegali diretto in Italia dall’Africa Settentrionale.

In questa situazione in Italia c’è ancora chi propugna accoglienza e immigrazione illimitata, illudendosi che si tratti di gente che fugge dalla fame e dalla guerra. Svegliamoci e apriamo gli occhi prima che sia troppo tardi. Non solo Forze dell’ordine e magistratura, ma anche politici buonisti (normalmente appartenenti ad aree cattoliche o di sinistra) e cittadini di buon cuore e in buona fede debbono riflettere sulla situazione attuale. Che deve essere affrontata di petto dal nuovo governo, quando riusciremo ad averne uno, nonostante le esitazioni del presidente Mattarella.

sbarchi, terroristi, Tunisia

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