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Papa Francesco e i migranti: costruiamo ponti e non muri, la politica italiana non la capisco

AEREO PAPALE – La conferenza stampa consueta di Bergoglio sull’aereo che lo riportava in Italia dal Marocco non ha tradito le aspettative, ed è stata incentrata, come prevedibile, sul tema migranti, tanto cari al Papa.

«Sentiamo dolore quando vediamo le persone che preferiscono costruire dei muri. Perché coloro che costruiscono i muri finiranno prigionieri dei muri che hanno costruito. Invece quelli che costruiscono ponti, andranno tanto avanti». Durante il volo di ritorno da Rabat, nel dialogo di 40 minuti con i giornalisti, il Papa si è soffermato
molto sui problemi legati alla questione migranti, come quello dei muri voluti fra Usa e Messico, o tra Spagna e Marocco.
«Costruire ponti per me è una cosa che va quasi oltre l’umano, ci vuole uno sforzo molto grande. Mi ha sempre toccato tanto una frase del romanzo di Ivo Andric, ”Il ponte sulla Drina”: dice che il ponte è fatto da Dio con le ali degli angeli perché gli uomini comunichino.I ponti sono perché gli uomini possano comunicare – ha rimarcato -. Il ponte è per la comunicazione umana. E questo è bellissimo e l’ho visto qui in Marocco. Invece i muri sono contro la comunicazione, sono per l’isolamento e quelli che li costruiscono diventeranno prigionieri. I costruttori di muri,
siano di lame tagliate con coltelli o di mattoni, diventeranno prigionieri dei muri che fanno, ha ripetuto dicendosi
commosso nel vedere, mostratogli dal giornalista spagnolo Jordi Evole, un pezzo di quel filo con i coltelli.

«Dico sinceramente che sono rimasto commosso e poi quando se n’è andato ho pianto. Ho pianto perché non entra
nella mia testa e nel mio cuore tanta crudeltà. Non entra nella mia testa e nel mio cuore vedere affogarsi nel Mediterraneo. Bisogna mettere un ponte ai porti, non entra – ha detto ancora -. Questo non è il modo di risolvere il grave problema dell”immigrazione. che io capisco: un governo, con questo problema ha la patata bollente nelle mani, ma deve risolverlo altrimenti, umanamente, quando io ho visto quel filo, con coltelli, sembrava di non poter credere. Poi una volta ho avuto la possibilità di vedere un filmato nel carcere dei rifugiati che tornano, che sono mandati indietro, carceri non ufficiali, carceri di trafficanti: fanno soffrire, fanno soffrire. Le donne e i bambini li vendono, rimangono gli uomini. E le torture che si vedono filmate lì sono da non credere. E’ stato un filmato fatto di nascosto, con i servizi. Ecco io non lascio entrare: è vero perché non ho posto, ma ci sono altri paesi, c’è l’umanità dell”Unione Europea – ha osservato -. Deve parlare l’Unione Europea intera. Non lascio entrare, o li lascio affogare lì, o li mando via sapendo che tanti di loro cadranno nelle mani di questi trafficanti che venderanno le donne e i bambini, uccideranno o tortureranno per fare schiavi gli uomini. Una volta ho parlato con un governante, un uomo che io rispetto e dirò il nome, con Alexis Tsipras. e parlando di questo e degli accordi di non lasciare entrare, lui mi ha spiegato le difficoltà, ma alla fine mi ha parlato col cuore e ha detto questa frase: i diritti umani sono prima degli accordi. Questa frase merita il Premio Nobel».
Sulle paure dei migranti, Francesco ha poi detto di vedere  «tanta gente di buona volontà, non solo cattolici, ma gente buona, di buona volontà è un po’ presa dalla paura che è la predica usuale dei populismi, la paura. Si semina paura e poi si prendono delle decisioni. La paura è l’inizio delle dittature. Impariamo dalla storia, questo non è nuovo: seminare paura è fare una raccolta di crudeltà, di chiusure e anche di sterilità», ha sollecitato. Alla domanda sul ministro Salvini che, sul congresso di Verona, dice che più che della famiglia bisogna avere paura dell’Islam, invece ha glissato: «La politica italiana? Non la capisco».

Bergoglio, migranti, papa


Paolo Padoin

Già Prefetto di Firenze Mail

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