Scienze

Contrordine: Ötzi non era biondo e peloso ma calvo e di pelle scura

Ötzi, l'uomo vissuto 5mila anni fa, di cui fu trovato il corpo mummificato in Val Senales nel 1991, era calvo e di pelle scura. Non biondo e peloso, come si credeva.

La sua morte è uno dei casi più studiati della storia antica. Sembra che 5.300 anni fa un uomo, che dopo il suo ritrovamento abbiamo chiamato Ötzi, venne colpito alla schiena da una freccia, che probabilmente gli causò una ferita da portarlo alla morte, forse dissanguato in pochi minuti. 

Misteri e intrighi. Dopo essere caduto nel ghiaccio, e restarne ricoperto, il suo corpo è stato preservato fino a quando non è stato scoperto nel 1991 e da allora quella mummia - ad oggi la più antica d'Europa - non ha mai smesso di essere studiata: sono state ricostruite informazioni sulle sue malattie, su come si curasse, sono stati studiati persino i suoi tatuaggi. Si sono susseguiti anche misteri e intrighi, inclusa la ricerca su chi potrebbe averlo ucciso e nuovi segreti continuano a essere svelati.

Inizialmente si credeva che il corpo di Ötzi si fosse scurito col tempo

ricostruzione del genoma di Otzi
Questa mappa mostra come Ötzi discendeva dai primi agricoltori emigrati dall'Anatolia: oltre il 92 per cento dei suoi geni provengono da antenati anatolici dei primi agricoltori, mentre i rimanenti sarebbero da attribuire ai cacciatori-raccoglitori e/o ai pastori delle steppe provenienti dalle odierne Russia, Ucraina, Kazakistan e Mongolia. © Max Plank Institute for Evolutionary Antropology

Tra questi c'è l'annuncio di un nuovo studio secondo cui Ötzi aveva la pelle scura, occhi scuri e la testa calva, al contrario di quanto fosse stato ipotizzato finora, e cioè che avesse la pelle chiara, gli occhi chiari e che fosse piuttosto peloso.

Il genoma parla. «L'analisi del genoma ha rivelato tratti fenotipici come un'elevata pigmentazione della pelle, il colore degli occhi scuri e la calvizie maschile», ha detto uno degli autori dello studio, Johannes Krause, del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e i cui risultati sono stati pubblicati su Cell Genomics, «che sono in netto contrasto con le precedenti ricostruzioni, che raccontavano di un maschio dalla pelle chiara, dagli occhi chiari e piuttosto peloso». 

Il collega coautore della ricerca, Albert Zink, dell'Eurac Research Institute for Mummy Studies di Bolzano, in Italia, ha affermato che il tono della pelle di Ötzi era «il più scuro mai registrato da un individuo europeo contemporaneo. In precedenza si pensava che la pelle della mummia si fosse scurita durante la sua conservazione nel ghiaccio, ma presumibilmente quello che vediamo ora è in realtà in gran parte il colore originale della pelle di Ötzi». Comprendere se davvero le cose stiano così è importante anche per la corretta conservazione della mummia. 

Il 92% dei geni di Ötzi proviene da agricoltori emigrati dall'Anatolia

Lo studio ha anche permesso ai ricercatori di capire che Ötzi discendeva dai primi agricoltori emigrati dall'Anatolia. In precedenza si pensava che avesse avuto collegamenti genetici con i pastori delle steppe dell'Europa orientale, ma la nuova ricerca ha attribuito questa ipotesi, ora ritenuta errata, al campione di DNA ottenuto da Ötzi che in realtà era stato contaminato con DNA moderno.

provenienza: anatolia. In realtà la mummia porta oltre il 92 per cento di geni provenienti da antenati anatolici dei primi agricoltori, mentre i rimanenti sarebbero da attribuire ai cacciatori-raccoglitori e/o ai pastori delle steppe provenienti dalle odierne Russia, Ucraina, Kazakistan e Mongolia. I cacciatori-raccoglitori occidentali si sono gradualmente fusi con i primi agricoltori emigrati dall'Anatolia 8.000 anni fa, per poi essere raggiunti dai pastori delle steppe dall'Europa orientale circa 4.900 anni fa. 

Ötzi era a rischio obesità e diabete

Otzi
Una rappresentazione di Ötzi ritenuta plausibile fino a oggi. Ora è totalmente da rivedere, perché errata alla luce delle recenti scoperte. © Max Planck Institute for Evolutuary Anthropology

Tuttavia, gli esperti del Max Planck Institute in Germania affermano che Ötzi appartenesse a una popolazione alpina piuttosto isolata con un flusso genico proveniente da gruppi di cacciatori-raccoglitori assai limitato.

Pochi scambi. La popolazione a cui apparteneva Ötzi ha scambiato pochi geni con le persone a nord e ad ovest delle Alpi, in quanto la catena montuosa ha fatto da barriera genetica. «Siamo rimasti molto sorpresi da quanto abbiamo scoperto, ma questa è la realtà senza ombra di dubbio», ha affermato Krause, coautore dello studio. «Geneticamente, i suoi antenati sembrano essere arrivati ​​direttamente dall'Anatolia senza mescolarsi con gruppi di cacciatori-raccoglitori». 

Tra le altre scoperte realizzate con la nuova ricerca vi è quella che sostiene che Ötzi avesse un elevato rischio di obesità e diabete di tipo 2, (questo in base ai suoi geni), anche se probabilmente non si manifestò nessuno dei due perché viveva uno stile di vita sano.

Ötzi era un cacciatore o un guerriero: fu ucciso da una tribù rivale

Ötzi è stato scoperto nelle Alpi Venoste tra Italia e Austria nel 1991, dopo che il ghiaccio che conteneva la sua mummia si era fuso a circa 3.210 metri sul livello del mare. Tre decenni di analisi condotte fino a oggi hanno fornito approfondimenti sui suoi antenati, sulla sua dieta, sugli strumenti che impiegava, su stile di vita, salute e abbigliamento. 

Ultimo pasto: cervo e stambecco. I ricercatori che hanno esaminato il contenuto del suo stomaco hanno scoperto anche che il suo pasto finale fu a base di carne di cervo e stambecco. Oggi si ipotizza che Ötzi, che portava un arco, una faretra di frecce e un'ascia di rame, potrebbe essere stato un cacciatore o un guerriero ucciso in una scaramuccia con una tribù rivale.

Gli esperti sostengono che fosse alto circa 159 centimetri, che avesse 46 anni e fosse artritico e infestato da tricocefali, un parassita intestinale. Dopo aver studiato i suoi vestiti, si è scoperto che erano stati prodotti con una varietà di cinque diversi animali, tra questi vi era l'orso bruno per il suo cappello, la capra per la sua pelle e la pecora per il suo cappotto.

 

17 agosto 2023 Luigi Bignami
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