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Auto elettriche e il rischio di una “bolla cinese”

Quasi 500 aziende produttrici - tra cui molte start up - a fronte di una richiesta di auto elettriche ampiamente inferiore

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In origine fu la bolla dei tulipani nell’Olanda del XVII secolo. Circa un anno fa è stato il turno dei Bitcoin. Arrivando ai giorni nostri, nella Cina dove sembra essere il futuro ad andare incontro alle aziende e non viceversa, come riportato su Business Insider, potrebbe scoppiare la bolla dell’elettrico.

Le borse cedono punti sul terreno degli scambi sotto i colpi dei dazi americani ma questo potrebbe non essere l’unico problema dei mercati cinesi.

Pare che il governo cinese stia lavorando a un mega-piano di sussidi per rilanciare il proprio mercato interno. A beneficiare di questi incentivi, secondo alcuni rumors, sarebbe proprio il comparto automobilistico.

A giovarne in particolare i veicoli elettrici e ibridi: aumento delle licenze automobilistiche, esenzioni sulle quote relative alla proprietà di auto per i nuclei famigliari che non ne posseggono, sussidi per chiunque rottami la sua auto di almeno 10 anni per acquistarne una elettrica o ibrida, nessun controllo o limitazione del traffico per i veicoli alimentati in maniera non inquinante. Tutto questo insieme con un sostanziale incoraggiamento verso le banche per l’erogazione di prestiti legati all’acquisto di veicoli.

Principale beneficiario di questa “grande svendita” sarebbe, come detto, il settore dell’elettrico: un incentivo esagerato che rischia di gonfiare un’enorme bolla pronta a scoppiare da un momento all’altro. Sono quasi 500 i produttori in questo comparto, numero triplicato in 2 anni.

Una produzione smisurata a fronte di una richiesta che cresce ma non ai suoi stessi ritmi: a Pechino, leader del settore, le sole startup attive nel settore dell’elettrico producono quasi 4 miloni di veicoli all’anno, escludendo da questa cifra le unità che i produttori già sul mercato stanno pianificando di immettere in commercio.

Una quantità smisurata di auto elettriche che andrebbe ampiamente a soddisfare la domanda di mercato che si attesta attorno al milione e mezzo, col forte rischio per qualche azienda di ritrovarsi schiacciata dalla propria sovrapproduzione: pur essendo ottimisti infatti, secondo alcune stime, entro il 2025 la Cina garantirà spazio a una dozzina di produttori e non alle centinaia ora presenti. Entro un anno, secondo le previsioni degli analisti orientali, la bolla potrebbe scoppiare e il 90% degli investitori subire enormi perdite. Mentre molte start up potrebbero essere costrette a dover chiudere i battenti.

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