La possibile assenza di Esteban Ocon dalla griglia di partenza della prossima stagione di Formula 1 continua a fare discutere. Il talentuoso pilota francese ha ben impressionato tutti gli osservatori nelle ultime due stagioni trascorse in Force India, ma il suo futuro nel campionato è appeso ad un filo per motivi che nulla hanno a che fare con la pista. La strada della permanenza nel suo attuale team si è chiusa con il passaggio della proprietà a Lawrence Stroll, che lascerà al figlio il sedile di Esteban confermando invece il messicano Sergio Perez. Lo sbarco in altri lidi è invece frenato dal contratto di Ocon con Mercedes: chi ha voglia di sobbarcarsi la crescita di un possibile campione che è già legato alla scuderia più forte del circus? Al momento nessuno.
Toto Wolff per questo motivo ha accusato direttamente alcuni team, in particolare McLaren e Renault, tacciandoli di codardia nel non voler concedere una chance al 22enne transalpino. Come prevedibile però è arrivata la replica piccata di Cyril Abiteboul: “Non voglio rispondere alle parole di Toto, altrimenti questa storia non avrà mai fine – ha spiegato il boss della scuderia francese – dico solo che forse questa è la prima volta che lui ha dei problemi in Formula 1. La Renault ha avuto un peso minimo nel portare Esteban alla situazione attuale”.
Il dirigente Renault ha poi ribaltato la prospettiva, puntando il dito contro la stessa Mercedes. “Io non ho mai negato che abbiamo un grande interesse per Ocon, ma non dimentichiamo anche le decisioni che la Mercedes stessa ha preso sui propri piloti ed il ruolo che ha avuto nella situazione che ha coinvolto la Force India. Non mi addentro nelle nostre discussioni private, ma posso dire che è evidente che non abbiamo mai firmato alcun contratto”.
Non è da dimenticare inoltre che proprio Ocon aveva già lavorato nella stagione 2016 con la Renault in qualità di terzo pilota, prima di esordire in gara con la Manor. Per il francese al momento l’ultima opportunità rimasta di trovare un sedile in F1 per il 2019 è legata alla Williams.
A cura di Matteo Senatore
I commenti dei lettori