Nelle prime cinque gare della stagione 2018, la McLaren è andata a punti cinque volte con Fernando Alonso e tre con Stoffel Vandoorne. I piazzamenti in sé non saranno stati entusiasmanti, con un quinto e una raffica di settimi ottavi e noni posti ma, in un campionato con tre top team che facevano parte di un’altra categoria, un ruolino di marcia simile avrebbe potuto garantire anche il quarto posto tra i Costruttori.
In realtà, dopo il Gran Premio di Spagna, nelle restanti sedici gare sono stati solo cinque i piazzamenti nella top10 ottenuti in totale dai due piloti, con la scuderia di Woking che ha chiuso al sesto posto il Mondiale, un piazzamento che sarebbe stato ancora peggiore senza l’azzeramento dei punti ottenuti dalla Force India nella prima parte di stagione.
L’evidente calo di rendimento della MCL33 ha alimentato le voci che volevano la McLaren presto proiettata sul lavoro in vista della stagione 2019, con lo sviluppo della monoposto di quest’anno di fatto già interrotto dopo la gara di Barcellona. Uno scenario che il CEO Zak Brown ha seccamente smentito: “Abbiamo continuato a sviluppare fino all’incirca la quindicesima gara dell’anno, direi il GP Stati Uniti o nei suoi dintorni. Alcuni dei rapporti secondo i quali ci saremmo fermati alla Spagna erano, come direbbe il signor Trump, delle ‘fake news’“.
Nonostante l’atteso passaggio dai motori Honda a quelli Renault, la McLaren ha archiviato un’altra stagione deludente, come ammette lo stesso Brown: “Questa è stata ovviamente una stagione difficile. Penso che siamo tutti contenti che sia finita, credo che non sia una di quelle su cui torneremo pensando a dei bei ricordi. Ma, detto questo, penso che abbiamo imparato molto da quest’anno e credo che stiamo prendendo questi insegnamenti in considerazione così che alla fine, sul lungo termine, la squadra sarà migliore per questo motivo“.
I commenti dei lettori