Caro Cruciani, i napoletani non sono piagnoni, sono solo stanchi di vedere saltimbanchi come te!

Cruciani

Oggi non parlerò di calcio, o meglio del calcio Napoli, ma proverò ad affrontare un argomento che ha colpito negativamente la mia attenzione. Partendo dall’assunto che i giornalisti (tutti!) sono titolari di una grande responsabilità per il lavoro che svolgono quotidianamente, vorrei soffermarmi sulla gravità di alcune affermazioni fatte dal sig. Giuseppe Cruciani nel corso della sua trasmissione radiofonica “La Zanzara”.

Non che io sia molto interessato a quel che dice Cruciani, per carità, ma è quantomeno doveroso affrontare una questione che sembra ormai essere sfuggita al controllo di tanti professionisti, o presunti tali, che maneggiano microfoni e penne veicolando i loro personalissimi modi di vedere le cose verso milioni di persone.

Prima di continuare sarebbe opportuno che ognuno desse uno sguardo a questo video cliccando QUI.

Non volendo entrare nel merito della questione di CR7, che ha la stessa importanza dell’unghia incarnita della mia vicina di casa, mi piacerebbe però porre l’accento  sul fatto che i giornalisti dovrebbero essere equilibrati in ogni cosa che dicono o scrivono. A quanto pare, invece, il signor Cruciani non perde occasione per utilizzare una radio a diffusione nazionale allo scopo di coprire di ridicolo il popolo napoletano. Premetto che la questione che voglio sollevare non è quella della mera appartenenza territoriale (essendo napoletano), ma squisitamente deontologica.

Che un giornalista del suo calibro insceni quel teatrino ogni volta che si parli di Napoli è quanto di più misero visto e sentito negli ultimi anni. Certe cose te le aspetti da una lavandaia, con tutto il rispetto per le lavandaie, ma non da un soggetto che rappresenta un ordine professionale come quello dei giornalisti. Far partire poi la musichetta della tarantella non copre, a mio avviso, di ridicolo solo il popolo che si vuole apertamente “perculare”, ma contribuisce a svuotare sempre più di autorevolezza e credibilità un’intera categoria professionale.

Il giornalista è colui che deve semplicemente informare cercando di non influenzare il pubblico con idee od opinioni del tutto personali. Considerando, poi, il delicato momento storico che si sta attraversando il “professionista” Cruciani dovrebbe fare molta attenzione a quel che dice e come lo dice perchè chi lo ascolta potrebbe lasciarsi facilmente condizionare. Fomentare odio e pregiudizi razziali non è certo il compito di un buon giornalista.

I napoletani non sono piagnoni, i napoletani sono semplicemente stanchi di vedere saltimbanchi come il sig. Cruciani che affollano radio e TV nazionali.

A tratti, più che un giornalista (e, quindi, presumibilmente un uomo di cultura) nel video mi è parso di assistere a uno dei classici ‘avvinazzati’ da bar che fanno il loro imbarazzante show dopo qualche bicchierino di troppo.

Per chiudere, una riflessione sul passaggio dedicato a Chiariello. Offendere in quel modo un professionista serio e stimato come Umberto Chiariello dà la giusta misura di chi sia Giuseppe Cruciani: un povero esibizionista ideologicamente carico di preconcetti. È inammissibile che, nel corso di una trasmissione a diffusione nazionale, un giornalista possa usare tanta volgarità e disprezzo nei confronti di un altro collega senza che nessuno vigili su questo modo di operare.

Carissimo Cruciani, tu da una persona colta e galante come Chiariello hai solo tanto da imparare. E ricorda: “Esistono due cose che si possono fare con poca esperienza: la prostituzione e un certo tipo di giornalismo. Troppo spesso diventano la stessa cosa.”

Dario Catapano