Pubblicita'
Pubblicita'

Riprendono le sanzioni di Trump all’Iran: l’Europa reintroduce e Aggiorna il Regolamento di Blocco del 1996

Da:
Alberto Ferrante
Pubblicato: Aug 8, 2018, 06:59 UTC

Donald Trump ha imposto nuovamente delle aspre sanzioni contro l'Iran, accusato di appoggiare il terrorismo in Medio Oriente. A novembre si attende una seconda stangata, ma le sanzioni imposte sull'acquisto di dollari e sul commercio di oro e metalli preziosi bastano a far tremare l'Unione Europea. Con una nota congiunta, i ministri europei hanno affermato di voler tutelare le aziende in Iran. Al momento, la risposta è la reintroduzione del regolamento di blocco del 1996.

usa iran

Gli Stati Uniti di Donald Trump hanno imposto nuovamente delle pesanti sanzioni contro l’Iran, sotto forma di limitazioni alle transazioni economiche e all’importazione di alcuni prodotti, che erano state di fatto abolite nel 2015 dopo l’accordo sul nucleare.

L’obiettivo di Trump, che a maggio si è ritirato dall’accordo internazionale, è quello di costringere il Paese a porre fine al sostegno dei regimi dittatoriali confinanti e delle rivolte armate in Medio Oriente. E’ quanto afferma il segretario di stato Mike Pompeo, che precisa come le risorse finanziarie raccolte dall’Iran dopo la sospensione delle sanzioni siano state utilizzate per sostenere il regime di Bashar al Assad in Siria.

Il Presidente Trump ha parlato quindi di sanzioni pungenti che andranno inasprendosi a novembre, aggiungendo anche un monito a cui l’Europa sta lentamente abituandosi: chi farà affari con l’Iran non potrà più fare affari con gli USA.

Le sanzioni imposte riguardano l’acquisto di dollari da parte del governo iraniano e il commercio di oro, metalli preziosi, grafite, acciaio, carbone e software usati nel settore industriale. Pesanti sanzioni anche sull’importazione di prodotti iraniani, principalmente tappeti e alimenti. L’Iran non potrà quindi usare il dollaro americano per le transazioni e vedrà revocati tutti i permessi per le esportazioni di prodotti tipici. Inoltre, sarà vietato al governo iraniano di acquistare aerei americani ed europei.

A novembre invece sarà il turno dei settori strategici dell’economia iraniana, vale a dire quello petrolifero, bancario e delle spedizioni navali.

Nonostante la stangata, Donald Trump ha ripetuto più volte nelle scorse ore di essere aperto al raggiungimento di un accordo più ampio che possa affrontare l’intero spettro delle “attività maligne” del regime, come il sostegno al terrorismo. Trump è quindi pronto a incontrare il presidente iraniano Hassan Rohani in qualsiasi momento, sebbene quest’ultimo abbia replicato affermando che i negoziati non vanno d’accordo con le sanzioni, le quali colpiscono gravemente il popolo iraniano e le aziende straniere.

E proprio su quest’ultimo aspetto, la risposta dell’Europa non si è fatta attendere. Si ritiene che la decisione americana possa rendere ancora più grave la frattura tra USA e Unione Europea, fino a spingere in ultima battuta alla fine della storica alleanza.

 

Trump

Alcuni Paesi firmatari dell’accordo sul nucleare, con una nota congiunta, si sono detti profondamente rammaricati e hanno annunciato l’intenzione di varare misure per proteggere gli interessi di tutte le azionde europee, al fine di preservare l’accordo sul nucleare con l’Iran.
A rischiare a causa delle sanzioni di Trump è anche l’Italia: proprio la scorsa domenica 5 aerei prodotti da Airbus e Leonardo sono atterrati a Mehrabad, portando a 13 il numero complessivo di unità vendute. Per quest’anno, il giro di affari italiano in Iran era stimato a quota 2 miliardi di euro, con circa 1 miliardo costituito da prodotti di meccanica strumentale.

I rischi sono quindi enormi per le Pmi italiane e in generale per i partner europei, che hanno introdotto nuovamente il Regolamento di blocco del 1996, volto a impedire alle aziende UE di adeguarsi alle sanzioni secondarie americane, e contestualmente potrebbero estendere il mandato della BEI per fornire garanzie maggiori agli investitori europei in Iran.

Tuttavia, occorre ricordare come il Regolamento di blocco lasci ai singoli Paesi la facoltà di decidere le contromisure punitive da applicare per rispondere alle sanzioni USA, limitandone quindi l’efficacia come strumento strategico dell’Unione.

Sull'Autore

Dopo la laurea in Economia Aziendale a Catania inizia a scrivere per diverse testate, prevalentemente di cultura, tecnologia ed economia. Con stretto riferimento alla collaborazione con FX Empire, iniziata nell’Aprile del 2018, ha curato una rubrica su analisi di premarket in Europa, prima di concentrarsi su analisi tecnica di materie prime, cambi valutari e criptovalute.

Hai trovato utile questo articolo?

Pubblicita'