M5S LGBT: bisogna dialogare con la Lega di Salvini

Dopo le contestazioni ai 5 stelle al Milano Pride, un’attivista LGBT del Movimento ci parla della sua visione sul governo, sui migranti e sul PD.

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Dopo le contestazioni ai rappresentanti del M5S al Milano Pride, abbiamo intervistato un membro dell’osservatorio parlamentare LGBT. Ci ha parlato di come si debba fare una legge sul matrimonio egualitario da pensare anche insieme alla Lega, su come in Germania i migranti non si vogliano integrare e tira una stoccata a Scalfarotto del PD.

Sabato 30 giugno si è tenuto il Milano Pride con un’affluenza record di 250 mila persone. Tra i vari avvenimenti importanti, come l’inedita manifestazione mattutina che ha visto lo spezzone “Un Corpo ai Diritti” sfilare nei quartieri periferici limitrofi a via Padova, spiccano le numerose contestazioni nei confronti dello spezzone del Movimento 5 Stelle. Gli attivisti pentastellati hanno partecipato, come già accaduto negli anni precedenti, al Pride meneghino, trasmettendo la loro sfilata con una diretta Facebook. Tra un’esortazione a non rendersi ridicoli da parte dei fan a 5 stelle e una sequela di saluti personali, la sfilata dei 5 stelle è stata soggetto di dure critiche a causa dell’alleanza di governo con la Lega, realtà xenofoba, razzista e omofoba.

I 5 stelle milanesi avevano attaccato, l’aprile scorso, il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana con un comunicato critico nei suoi confronti: “Nonostante il tentativo di chiusura da parte della Giunta regionale, Milano può già vantare il titolo di meta del turismo Lgbt friendly. Il M5S sarà sempre presente nella battaglia per i diritti civili e continueremo a sostenere il Gay Pride come segno di solidarietà, ma soprattutto inclusione”.  Sull’altro Fontana, il Lorenzo ministro attuale al quale il Movimento 5 Stelle ha votato la fiducia, tutto tace.

Tra i commenti sarcastici del pentastellato che ha ripreso in diretta la sfilata dei 5 Stelle al Pride e promesse di portare avanti i diritti LGBT, attorno al cinquantesimo minuto della diretta Facebook si alza il coro “buffoni” e “fascisti” da un gruppo spontaneo di persone. L’accusa è di non arginare le sparate omofobe provenienti dagli alleati Leghisti di governo, alle quali risponde, urlando, un attivista pentastellato: “siete degli incapaci, dovete stare zitti” grida rivolgendosi ai contestatori. Lo scontro prosegue, con accuse da parte dei 5 stelle ai contestatori di aver votato il ministro Fontana, mentre l’attivista “Mario” sfiora lo scontro fisico con altri partecipanti al Pride.

Guarda la diretta Facebook del Movimento 5 Stelle al milano Pride 2018 >>

Per riuscire a fare chiarezza sul pensiero che anima le persone LGBT del Movimento 5 Stelle a proposito dei temi LGBTQI+ e non solo, ho voluto intervistare Kemal Pasovic, attivista LGBT, membro dello sciolto osservatorio parlamentare LGBT del M5S e gestore della pagina “Amici 5Stelle Diritti civili e LGBT”.

D: Partirei dalle contestazioni arrivate al gruppo dei 5S al Milano Pride. Tra chi ha contestato gli attivisti 5 Stelle c’è l’accusa di essere al governo con Salvini, che ogni giorno attacca parti specifiche di società a rischio emarginazione (persone LGBTQI+, migranti, Rom e Sinti, persone con sofferenza mentale, ecc), oltre che ad aver attuato una politica di respingimento, con conseguenti morti in mare, delle persone migranti. Cosa ne pensi?

Kemal: Penso che la contestazione ai 5 stelle a Milano sia stata del tutto gratuita, ingiustificata e inopportuna. Sia in Regione sia in altri enti locali dov’è presente il Movimento si è sempre dimostrato di voler difendere i diritti LGBT con proposte particolari. Alla Regione Lombardia, Iolanda Nanni ha fatto un bel lavoro. Inoltre, Spadafora, il nostro sottosegretario [alla presidenza del consiglio con delega ndr.] alle Pari opportunità, ha partecipato al Pride di Pompei e ha ribadito come non si torni indietro, volendo convocare le realtà associative LGBT per instaurare un dialogo. Se il ministro Fontana dice che Spadafora non rappresenta il governo, beh, parla per sé. L’omofobia che esprime il ministro non rappresenta il governo.

D: Le contestazioni, c’è da dire, non sono state solo a causa dell’esternazione di Fontana, ma anche sotto un profilo più “intersezionale”: Salvini, che ha una posizione uguale per esposizione e potere a Di Maio, sta attuando politiche e facendo propaganda contro alcuni gruppi specifici, come si diceva prima. Di questa argomentazione, cosa ne pensi? Cosa deve fare, a tuo avviso, il movimento per contrastare Salvini, se volesse?

K: Il M5S e la Lega hanno un contratto di governo dove non ci sono capitoli o frasi xenofobe o razziste. Sugli zingari Di Maio è subito intervenuto. Non verrà fatto nulla di fascista. È profondamente ingiusto definire questo governo alla pari di Mussolini.
In aggiunta, lo striscione sequestrato dalla Polizia su Salvini era presente al Pride di Pompei, dietro al quale era anche Spadafora. Se il sottosegretario non avesse condiviso l’impostazione della manifestazione non vi avrebbe partecipato. Con questo gesto Spadafora ha dimostrato che il M5S non c’entra nulla con ciò che dice Salvini. Salvini, per altro, definisce i Pride “pagliacciate”: non è che domenica a Pontida la gente fosse vestita nel migliore dei modi. C’erano presenze molto carnevalesche.

D: Quindi le critiche al Movimento 5 Stelle per aver formato un governo nazionale con la Lega, che professa xenofobia e razzismo, sono sbagliate nonostante effettivamente il M5S e la Lega siano al governo insieme?

K: Nel momento in cui si ammette la Cirinnà nei cortei e le si fa fare la parte della madrina, ignorando chi ha approvato la legge [sulle Unioni Civili] insieme a lei, mi sembra ingiusto nei confronti del M5S fare questo tipo di accuse. La Cirinnà faceva parte di una maggioranza con Alfano, Verdini e la parte catto-clericale del PD. Non mi pare che la Cirinnà venga contestata per questo, nonostante avesse detto che se ne sarebbe andata se la legge non fosse stata approvata integra, eppure è ancora senatrice. Certo, le contestazioni sono anche democratiche e bisogna accettarle. Ho visto anche le dichiarazioni di Scalfaratto che giustifica le critiche al M5S al Milano Pride: ecco, Scalfarotto è uno che non dovrebbe neppure parlare!

D: Cambiamo argomento: il 28 giugno scorso ti sei unito civilmente con il tuo compagno, Alejandro Barrero Bocanegra. Ho potuto leggere che la vostra unione civile è stata celebrata da Franco Grillini, che tra le altre, è stato esponente dei DS, poi IdV e infine Centro Democratico. A fare da testimoni c’erano il presidente nazionale di Arcigay Flavio Romani, vicino a Monica Cirinnà, e Vincenzo Branà, presidente del comitato territoriale di Arcigay “Il Cassero”, che si è sempre dimostrato critico nei confronti delle scelte del precedente governo (come a proposito del decreto Minniti-Orlando). Tu sei un attivista 5S: in questa unione civile oltre alla celebrazione della vostra vita insieme ci leggo anche un intento politico, avendo riunito queste realtà distanti tra loro: mi sbaglio?

K: Abbiamo dedicato la nostra Unione Civile al Movimento 5 Stelle e abbiamo chiesto che si continui sulla strada della battaglia civile e culturale per difendere i diritti e per tutelare la comunità LGBT. Sono stato impegnato per 3 anni nell’Osservatorio parlamentare LGBT del M5S e penso che dopo le unioni civili, e il fatto che eravamo stati messi in un angolo, potevamo iniziare di nuovo con quello che sempre ha caratterizzato il M5S: nessuno deve rimanere indietro!

Abbiamo anche chiesto al ministro Fontana di essere ricevuti: la prima e-mail è stata letta, ma subito dopo ha bloccato il nostro indirizzo. Visto che Fontana cita sempre le sacre scritture, allora mi viene in mente che Gesù diceva: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.

D: Tu e Alejandro, il tuo unito, avete chiesto al M5S che si riconoscano i diritti per le persone LGBT: da osservatore interno, come pensi che andranno i prossimi anni di governo in tema di diritti umani, come appunto quelli per le persone LGBTQI+, le persone con disabilità, i migranti, le donne, i lavoratori e sul tema del diritto alla casa?

K: Stiamo ricreando l’osservatorio LGBT perché ci sono molti parlamentari nuovi: c’è già molto interesse. Purtroppo, il problema è che il contratto di governo non prevede nessun capitolo sui diritti LGBT. Essendo, però, un contratto alla tedesca – e io vivo in Germania – nel 2017, nonostante non fosse previsto nel vecchio programma di governo tra i partiti tedeschi, l’SPD impose il matrimonio egualitario. Lo fece in maniera trasversale: la legge fu votata da tutti quelli a favore a prescindere dal partito di provenienza. Per questo bisogna anche dialogare con la Lega. Adottiamo il modello tedesco per il matrimonio egualitario: una legge di civiltà votata da chi vuole!

Io so che c’è una grande sensibilità, nel governo, sul tema della disabilità, delle donne, del lavoro e naturalmente anche della casa. Per quanto riguarda i migranti, nessuno è contro di loro. Il problema ce l’ha anche la Germania, esattamente come c’è l’ha l’Italia: bisogna dare una regolamentazione differente.

D: Visto che hai citato un tema caldo, quello sui migranti e la Germania, credi che le leggi vigenti, in particolare la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini e il decreto Minniti (oltre alla Convenzione di Dublino), non garantiscano il diritto delle persone di scegliere dove e con chi vivere? Avremo leggi migliori da questo governo?

K: Ammiro il Presidente Fico e mi riconosco nelle sue parole. Tutte queste leggi sono superate. Il problema è europeo e quindi li va risolto senza però scaricare tutto sul Italia. Credo che l’Europa deve decidere che tipo di immigrazione vogliamo. Io sono italiano e vivo in Germania, però sono anche nato nella ex Jugoslavia e sono diventato cittadino italiano, quindi pochi slogan ma tanta umanità e solidarietà con quelli che vogliono venire qui e piantare le radici. In Germania non vedo in questa ondata [di migranti ndr] che la Merkel ha accolto nessuno che voglia di integrarsi, e lo dicono gli stessi rappresentanti delle altre comunità di stranieri presenti.

D: Ci lasciamo con un flash su come t’immagini l’Italia del 2023, fra 5 anni, a proposito dei diritti delle persone LGBTQI+

K: Mi sono sposato conn Alejandro, Colombiano, e per il futuro guardo al modello America Latina, dove la mobilitazione di milioni di persone ha contribuito a raggiungere traguardi che in Europa ci sogniamo. Mi piacerebbe vivere in un paese dove la comunità LGBT ha orgoglio e onore della propria identità. Sogno un paese dove non ci siano differenze, un paese dove sposarsi sia il diritto di tutti e, soprattutto, un paese con tantissime famiglie arcobaleno. Io e Alejandro vogliamo anche dei figli!

L’intervista finisce tra saluti e ringraziamenti reciproci. Sbobinandola, però, mi rimane un dubbio: non si riesce (ancora) a capire quali siano le posizioni del Movimento (e in questo caso, di un rappresentante LGBT dei 5 stelle) in tema di diritti, e su cosa si voglia fare programmaticamente il soggetto politico di Di Maio per garantire la libertà e l’inviolabilità dei diritti umani, come il diritto di autodeterminarsi liberamente sul dove voler vivere e con chi, per citarne uno.

Mistero della fede.

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