Adinolfi si vanta di aver dedicato 1300 gironi a tentare di guantiere impunità a chi discrimina o picchia i gay


Il fondamentalista Mario Adinolfi è surreale mentre si vanta di aver dedicato 1300 giorni ad una campagna d'odio contro i gay, cercando di garantire che chiunque delinque o discrimini gli altri sia esonerato da ogni possibile aggravante. Giura persino che lui non avrebbe visto «neanche un caso serio di omofobia», nonostante la cronaca di questi mesi continuasse a raccontare di gay aggrediti e mandati in ospedale:



Se fa ridere che a voler dettare le priorità sia un tale che rappresenta un 0,19% di persone che vorrebbero affittare gli uteri delle donne pur di toglierle dal mondo del lavoro in modo che siano solo i maschi a poter andare in ufficio, tragicomico è come pure stavolta Adinolfi non riesca a trattenersi dal parlare di sé stesso, di quello che lui ha detto e di quello che lui ha fatto. Pare quasi non rendersi conto della gravità del suo intestarsi il merito di chi sarà discriminato. Il tutto ripetendo tutto divertito che lui vedrebbe fascismo nel contrasto d'odio, quasi si eccitasse nel ripetere frasi offensive e deliranti che in un qualunque Paese serio gli sarebbero quantomeno costati la radiazione dall'ordine dei giornalisti.

Gli insulti e le offese proseguono nei commenti, dove il fondamentalista scrive:





Ci vuole davvero molta malafede per inventarsi che l'introduzione di aggravanti ai crimini commessi in virtù dell'orientamento sessuale o dell'identità di genere delle vittime debba essere interpretato come un attacco ai partiti che campano sulla promozione della discriminazione come il suo. A questo punto, chiederebbe la legalizzazione della pedofilia se dei preti pedofili fondassero un loro partitino?
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