Un pezzo di Islanda è a Mosca, a fare l’applauso vichingo, dopo e durante il match. A vedere da vicino di che materia sono fatti i sogni. E gli altri vichinghi? Per le strade di Reykjavik tra incredulità e pinte alzate al cielo di Islanda. Piove tantissimo oggi nella capitale, eppure due mila persone circa (sono cifre grosse per un Paese di 330 mila abitanti…) hanno visto il match insieme, all’aperto nonostante il diluvio. Punto di ritrovo Hljómskálagarður, il bellissimo parco del centro città in cui di solito si passeggia fino a notte fonda perché in questo momento dell’anno la luce lo permette.
Afp

Afp

la tradizione — Soliti colori, canti e corna: i decibel non sono diminuiti nonostante il vantaggio argentino, ma sono cresciuti con il pari di Finnbogason e i miracoli del portiere Halldórsson. Le mani battevano allo stesso ritmo dei connazionali che hanno piantato le tende in Russia: 3 mila circa al momento, ma potrebbero crescere nelle prossime partite vista l’impresa Argentina. Alla stessa maniera, crescerà inevitabilmente l’entusiasmo in un Paese che si è saldato completamente con la propria nazionale: non c’è angolo, non c’è negozio in cui un’insegna o una pubblicità non ricordi che la piccola Islanda è al Mondiale. Da protagonista, non solo da comparsa: chiedere a Messi per conferma.