"Made in Cina": a San Siro si affronteranno due gruppi cinesi di dimensioni diverse, ma riconosciuti e solidi: da una parte il colosso Suning di Zhang Jindong, dall’altra la Desports di Jiang Lizhang, che ha volumi d’affari più ridotti ma che dal 2015 è entrata a far parte di un’altra azienda gigantesca, la Wuhan DDMC. La storia del patron interista è nota, con la creazione di un impero partendo da un negozio di elettrodomestici e da una provincia povera sul Fiume Azzurro. Il parmense viene da un villaggio di pescatori, ha iniziato nei giornali sportivi (scriveva e vendeva pubblicità) poi si è spostato al marketing: la svolta arrivò con Luis Figo nel 2004 (un anno prima del passaggio all’Inter). Mediò per renderlo testimonial di un’azienda cinese: da lì l’ascesa è stata verticale, con contratti con Cio, Atp, Wta e l’acquisizione finale da 125 milioni di dollari da parte della Wuhan. Le due proprietà fanno affari insieme (diritti tv Champions per la Cina) e qualche effetto delle buone relazioni si è visto anche sul mercato estivo (Bastoni, Biabiany, Dimarco sono scesi lungo la A1). Jiang è presidente a 36 anni, Steven Zhang potrebbe diventarlo a 26, la Desports ha in «portafoglio» più club dei rivali: a Inter e Jiangsu risponde con gli spagnoli del Granada (acquistato dai Pozzo per 37 milioni) e col Chongqing Lifan (Cina), aggiungendoci anche un 5% dei Minnesota Timberwolves, basket Nba.
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