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Serie A, viaggio alla scoperta di Kean, il futuro della Juventus

Moise Kean, 19 anni. Getty Images

Sulla cover del nostro magazine in edicola domani c’è il giovane talento bianconero. Siamo stati ad Asti e parlando con i compagni, le maestre, il parroco e la mamma abbiamo ritrovato le sue radici

Fabrizio Salvio

Il parroco, che vedeva quel ragazzino presentarsi in tenuta da gioco ogni lunedì alla partita dei “grandi”, e quelli che lo tiravano dentro ogni volta che mancava qualcuno. Le maestre, che lo guardavano ballare musica afro in classe, e si dimenava talmente tanto che l’elastico dei pantaloni della tuta si allentava, lasciando scoperte le mutande mentre gli altri bambini lo osservavano ipnotizzati. L’inseparabile compagno di squadra nelle giovanili del Toro, insieme in auto su e giù da casa all’allenamento, a fantasticare su un futuro da calciatore “e cosa fai, se segni a San Siro, come esulti…?”. E poi, naturalmente, la mamma, quella mamma che lo ha cresciuto spaccandosi la schiena al lavoro eppure senza mai fargli mancare il suo occhio vigile. La mamma orgogliosa di quel figlio non per i suoi successi da calciatore, ma perché la accompagna a messa e per il Padre Nostro che ha tatuato sul braccio.

le origini di un campione
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Siamo stati ad Asti, dove Moise Kean è cresciuto, e abbiamo incontrato le persone che lo hanno visto, mentre cresceva. Raccontano quel ragazzino che non stava mai fermo e conquistava tutti con la sua vitalità. Un bambino felice, nonostante una situazione familiare complicata dalla separazione dei genitori e dalle ristrettezze economiche. Un bambino diventato adulto in fretta, animato da un’ambizione divorante. Quel bambino, oggi, è l’attaccante sul quale la Juve e il calcio italiano intendono costruire il loro futuro. Noi abbiamo seguito le sue tracce a ritroso, arrivando alle sue radici. Che portano lì, ad Asti, dove la storia ha avuto inizio. La raccontiamo su SportWeek, il magazine della Gazzetta in edicola domani, sabato, col quotidiano.

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