Ottavo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2019 spegne 120 candeline. Ecco i principali argomenti trattati nel giornale in edicola da venerdì 22 febbraio 2019.

Condivido il dolore delle vittime di abusi

“Porto nel cuore le sofferenze delle vittime degli abusi che ho incontrato. E continuo a condividere il loro dolore e il loro sconforto”. Alla vigilia dell’Incontro sulla “Protezione dei minori nella Chiesa”, convocato in Vaticano da Papa Francesco dal 21 al 24 febbraio e al quale prendono parte tutti i presidenti delle Conferenze episcopali del mondo, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, lancia – attraverso il Sir – un messaggio alla Chiesa che è in Italia.
“Ritengo provvidenziale – afferma il cardinale – il potermi confrontare con il Santo Padre e con i confratelli nell’episcopato su questi problemi. Chiedo al Signore che ci aiuti a trovare la strada per compiere un passo decisivo nella protezione dei minori e degli innocenti”. Per questo, “mi rivolgo a tutta la comunità cristiana che è in Italia chiedendo un ricordo nella preghiera in questi giorni intensi e, per certi versi, dolorosi. In modo particolare, mi rivolgo ai nostri monasteri di clausura: abbiamo bisogno della vostra preghiera”.

La Saclà emigra, ma solo da Asti ad Annone

La Saclà non lascia l’Astigiano, ma anzi raddoppia. Da poche settimane sono infatti partiti i lavori che porteranno alla realizzazione di un nuovo stabilimento a Castello d’Annone, sul confine con il comune di Cerro Tanaro. L’area industriale situata lungo la S.P. 27, che fino alla chiusura del 2012 aveva ospitato l’azienda di piastrelle Laria, era stata acquistata nel corso del 2014 dalla Saclà con l’intento di un’eventuale espansione negli anni a venire. Nonostante le vantaggiosissime offerte ricevute dall’estero (Francia in primis) e dall’Italia (addirittura in Piemonte e non lontano da Asti), l’azienda astigiana fondata nel 1939 ha voluto rimanere saldamente legata al territorio. Ecco così che, terminata l’attività di bonifica dell’area industriale ex-Laria di Castello d’Annone, sono partiti i lavori sull’appezzamento di terreno di circa 155.000 mq dove sorgerà una prima parte dello stabilimento dedicato alle aree di: stoccaggio/logistica, frigoriferi (-20°C; +2°C) e produzioni innovative. Il piano industriale è ormai pronto per l’avvio nei primi mesi nel 2020, quando tutto dovrebbe essere operativo per l’inizio della produzione.

Geat, un presidio per farsi sentire

Un presidio per farsi sentire: venerdì scorso 75 lavoratori si sono presentati davanti ai cancelli della 3A, a Quarto d’Asti. Sono gli addetti ai magazzini e alla movimentazione delle merci, dipendenti di una importante cooperativa, la Geat, che ha sede ad Alessandria e appalti in tutta Italia. Ad Asti l’azienda lavora per 3A, la società che riunisce vari supermercati e punti vendita in Piemonte.
L’appalto, scaduto il 31 gennaio, è stato prorogato fino al 28 febbraio. Il timore è che, con la perdita di alcuni punti vendita – usciti dalla 3A – e con il nuovo appalto, che dovrebbe affidare dai primi di marzo il lavoro a un’altra ditta, la Meap – possano ridursi i posti di lavoro.
Paura non infondata, secondo i sindacati: “Tuttora soltanto il 50% degli operatori – spiega Angelo Barrocu della Uil – sta lavorando e nemmeno a tempo pieno. Abbiamo richiesto un incontro alla nuova ditta appaltatrice, per confermare che venga rispettata la piena occupazione e sia applicato il contratto”. Proprio oggi dovrebbe svolgersi il confronto tra il nuovo appaltatore e i rappresentanti dei lavoratori.

La posta sul triciclo elettrico

Mercoledì mattina il sindaco Maurizio Rasero ha ricevuto in municipio alcuni referenti della sede territoriale dell’area nord ovest di Poste Italiane: Michela Scelza (responsabile Gestione Operativa Recapito), Giuseppe Farina (referente per le Relazioni Istituzionali) Michele Fascio (account commerciale) e il responsabile della Filiale di Asti Mario Clericò (foto). La delegazione ha illustrato al primo cittadino le ultime novità dei servizi di Poste Italiane dovute al cambiamento delle abitudini degli italiani che spediscono e ricevono sempre meno lettere, ma sempre più pacchi.

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