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Il 96% dei contratti è a tempo indeterminato

Il 96% dei contratti è a tempo indeterminato

19 Luglio 2016, 12:57

Patrizia Ginepri

Lieve miglioramento della situazione occupazionale, sia nel settore manifatturiero, che nei servizi, mentre permane una situazione di difficoltà nel settore delle costruzioni, dove non si interrompe la perdita degli occupati. La struttura dell’occupazione provinciale mantiene ancora un’importante presenza dei colletti blu, che rappresentano, mediamente nel campione il 50% dei dipendenti. I dati emergono dall'indagine annuale sull'occupazione in provincia di Parma, curata dall'Ufficio Studi dell'Unione Parmense industriali.

L’incidenza della occupazione femminile rispetto al totale è risultata pari al 35%, valore ormai consolidato. La quota di donne sale nel settore dei servizi, al 49%. La progressiva crescita della partecipazione femminile ha inciso anche sulla percentuale di personale femminile fra le qualifiche più elevate: nel 2015 infatti le dirigenti donna rappresentano l’11% del totale, mentre la quota di quadri è pari al 27,5%.

Tempo indeterminato I dati principali che emergono dall’indagine relativamente al settore industria evidenziano che: il 96% dei lavoratori dipendenti ha un contratto a tempo indeterminato in crescita del 2,7% nel 2015; il 3,3% dei dipendenti ha un contratto a tempo determinato, solo il rimanente 0,5% dei dipendenti ha un contratto di apprendistato. Complessivamente, emerge che l’occupazione dipendente nell’industria risulta in aumento del 1,9% dopo la stazionarietà dell’anno 2014 e i cali registrati negli anni post-crisi. Nel settore delle costruzioni, invece, continua il calo degli occupati (-3,8%).

L’occupazione non dipendente (lavoro somministrato, collaborazioni co.co.co/a progetto) equivale al 6,2% rispetto al totale dei dipendenti, un’incidenza in lieve diminuzione rispetto al campione del 2014.

Le trasformazioni a tempo indeterminato nel 2015 hanno riguardato soprattutto i lavoratori con contratto a tempo determinato (per il 70%) e in seconda battuta in somministrazione (24%). Le trasformazioni effettuate a partire dal contratto di apprendistato valgono il 5% del totale, mentre non è stata rilevata alcuna trasformazione da contratto a progetto. Le nuove assunzioni nel 2015 sono rappresentate per la quasi totalità da contratti a tempo determinato (85%), segue il tempo indeterminato che vale il 15%, minima è risultata l’incidenza delle assunzioni in apprendistato (10 nell’intero campione).

L’occupazione industriale Nell’industria, gli addetti alla produzione incidono per il 47% del totale della forza lavoro dipendente, mentre il restante 52% dei collaboratori delle imprese opera nelle altre funzioni di gestione, commercializzazione, ricerca e innovazione. Considerando i rapporti a tempo indeterminato, nelle aziende prese in esame, il numero degli addetti alla produzione rispetto allo scorso anno, risulta in aumento nel 2015 dell’2,7% una crescita simile a quella misurata per gli impiegati (2,9%).

La presenza femminile nell’industria è pari al 32,5% sul totale degli occupati. L’occupazione part-time incide per il 4,4% rispetto al totale degli occupati a tempo indeterminato, il numero dei dipendenti con questo contratto risulta lievemente in diminuzione nelle aziende del campione.

Altre tipologie di contratto Come indicato in precedenza, il “contratto a tempo determinato” interessava al 31 dicembre 2015 il 3,3% dei lavoratori delle imprese (56% maschi, 44% femmine). Altre modalità di lavoro più flessibile sono rappresentate da due forme contrattuali: la «collaborazione a progetto-co.co.co» e il «lavoro somministrato” (staff leasing); la collaborazione a progetto-co.co.co. nel 2015 è stata impiegata dal 46% delle aziende per un numero di collaboratori pari al 2,1% del totale dei dipendenti delle imprese. Il «lavoro somministrato» nel 2015 è stato utilizzato dal 54% delle aziende per un ammontare di «lavoratori equivalenti» pari al 4,1% rispetto al 4,4% del 2014.

Il reperimento di personale Nel 2015 il 38% delle aziende industriali rispondenti all’indagine dichiara difficoltà nel reperimento del personale, un indicatore in salita, a causa dell’aumento della domanda di lavoro da parte delle imprese. Rispetto alle segnalazioni raccolte, le figure di maggiore difficoltà di reperimento sono quelle relative a professionalità altamente specializzate in ambito tecnico.

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