×
×
☰ MENU

Addio a Poletti, recitò con Fellini

24 Febbraio 2018, 11:25

Michele Ceparano

Si è spento a 69 anni l'attore di Fellini. Il suo viso ai giovani d'oggi magari non dirà molto, ma il parmigiano Victor Poletti per chi è dai cinquanta in su era invece un volto familiare. Un volto di una Parma che purtroppo sta svanendo. Inesorabilmente.

Il poliedrico artista parmigiano, oltre che attore fu anche scrittore e regista, è morto ieri a Modena, dove viveva da tempo. In molti ricorderanno infatti il suo viso incorniciato dalla barba, la sua espressione buona, la simpatia e la voglia di vivere. «La voglia di vivere e l'entusiasmo - spiega la moglie - erano due sue caratteristiche e vorrei che fosse ricordato così: sorridente ed entusiasta». Com'è stato fino all'ultimo giorno. Poletti si era fatto conoscere dal grande pubblico per aver legato il suo nome a quello di un «mostro sacro» del cinema italiano: Federico Fellini. Recitò infatti nel ruolo del tenore Aureliano Fuciletto in «E la nave va», del 1983, e l'anno successivo, insieme alla bellissima Silvia Dionisio interpretò lo spot pubblicitario del Campari anche questo diretto dall'autore di capolavori come «I vitelloni» e «Amarcord». «Conoscendolo da sempre - lo ricorda invece Robi Bonardi, un altro parmigiano da sempre nel mondo dello spettacolo -, devo dire che ho capito perché un grande come Fellini l'avesse voluto. Victor aveva questa forma che potrei definire elastica, morbida e fantasiosa. La sua stessa fisicità, infatti, gli permetteva di sviluppare una curiosità ed un'ironia innate». Con l'attore scomparso ieri, il cui funerale verrà celebrato con ogni probabilità martedì partendo dal policlinico di Modena, Bonardi, che era al suo fianco anche alla presentazione del libro scritto da Poletti («Un Angelo Blu. Il film che non ho mai girato»), aveva collaborato parecchio coinvolgendolo in numerosi progetti. «Avendolo conosciuto così bene - prosegue nel ricordo dell'amico - sapevo come valorizzare alcune sue caratteristiche. Oltre al talento, però, era un uomo gentile e generoso». Poletti era versatile e si faceva apprezzare non solo per le sue caratteristiche professionali, ma anche sul piano umano. Dall'esordio nel '71 ne «La casa delle mele mature» ai ruoli in film diretti da registi famosi. E' del 1980, infatti, la sua apparizione ne «Il bisbetico domato» di Castellano e Pipolo, con Adriano Celentano. Poi vengono «Tango Blu» (1987) di Alberto Bevilacqua, «Zoo», l'anno successivo con Cristina Comencini e «Tentazione di Venere», in cui nel '91 lavorò con il grande regista ungherese István Szabò in un lungometraggio interpretato da una diva di Hollywood come Glenn Close. Ma Poletti, oltre che al cinema e nella pubblicità, dove realizzò anche uno spot insieme a Luciano Pavarotti, si fece conoscere anche in televisione. Memorabili le sue apparizioni negli anni Ottanta in «Cuore» , dove interpretò il padre di Rabucco, e «La storia», entrambi diretti da un altro maestro: Luigi Comencini.

Ma l'incontro con Fellini per Poletti fu il momento fondamentale della sua carriera. «Il Maestro (così lo chiamava sempre, ndr) - aveva raccontato lo stesso attore sulla Gazzetta ad Andrea Del Bue - mi telefonò mentre ero dal barbiere, in centro a Parma, per “E la nave va”. Andai a Cinecittà e lo incontrai». Quel ruolo doveva essere di Pavarotti, ma il cineasta scelse lui. «Mi disse - aveva proseguito -: “Caro Polettone, in questo film c'è da cantare, mangiare e stare con delle belle donne”. E io gli risposi: “Ma è quello che faccio tutti i giorni”». E così Fellini lo prese per «E la nave va». Senza nessun provino.

© Riproduzione riservata

Commenta la notizia

Comment

Condividi le tue opinioni su Gazzetta di Parma

Caratteri rimanenti: 1000

commenti 0

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI