La Grande Barriera Corallina (Great Barrier Reef) si estende per oltre 2300 chilometri lungo la costa nord-orientale dell'Australia. Sono oltre 9000 le specie conosciute che vivono in questo ambiente. Tuttavia, sono ancora molte le scoperte che ogni anno vengono compiute sulle specie animali e vegetali qui presenti. Grazie alla sua ricchezza e unicità, la Grande Barriera Corallina attira ogni anno almeno 1,6 milioni di visitatori da tutto il mondo. I delicatissimi equilibri su cui si regge sono però messi a rischio dall'attività umana. Andiamo a conoscere insieme uno dei luoghi più affascinanti del pianeta.
Un patrimonio di biodiversità
Questo ecosistema complesso e delicato è formato da circa 3000 barriere coralline e ospita una ricca varietà di specie animali come delfini, tartarughe, coccodrilli, squali, meduse e tantissimi pesci dalle forme e dimensioni differenti. Non solo, vi sono anche serpenti marini velenosi, vermi dai colori vivaci, grandi alghe e ovviamente coralli, protagonisti assoluti di questo ambiente marino.
Il corallo è una colonia di tanti piccoli polipi che costruiscono scheletri esterni calcarei che dà forma alle strutture più o meno ramificate che conosciamo. Quando è sano, il corallo ha un rapporto simbiotico con alcune alghe unicellulari come le zooxantelle, in cui produce sostanze chimiche fluorescenti (a protezione delle alghe dal sole) ma anche anidride carbonica e azoto, mentre le alghe producono zuccheri e ossigeno attraverso la fotosintesi, che costituiscono una preziosa fonte di molecole essenziali per la colonia. Inoltre, grazie all’attività fotosintetica delle alghe, il corallo assume il peculiare ventaglio di colorazioni.
Le minacce alla biodiversità
Purtroppo a oggi proprio il corallo, insieme a tutti gli organismi che da esso dipendono o che con esso instaurano un rapporto mutualistico, è gravemente a rischio per via dell'aumento delle temperature delle acque oceaniche, causato dal riscaldamento globale. Questo porta alla morte dei piccoli organismi che colonizzano le barriere coralline.
Le temperature in costante rialzo non sono l'unica minaccia per la Grande Barriera Corallina: il deflusso chimico e altre forme di inquinamento, lo sviluppo urbanistico costiero e la pesca eccessiva danneggiano i coralli e riducono la biodiversità. A queste, poi, si aggiunge un’ulteriore minaccia che potremmo definire “interna” all’ecosistema: l’echinoderma Acanthaster planci, conosciuto come "stella corona di spine". È una specie invasiva della Barriera che provoca la morte dei coralli. Si tratta di una specie di stella marina velenosa che mangia voracemente il corallo e si riproduce invadendo gran parte delle barriere coralline dell’Oceano Pacifico.
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Le specie più iconiche
Tra le numerose specie abitanti la Grande Barriera, ve ne sono 8 iconiche: vediamole insieme.
Tartaruga verde (Chelonia mydas)
Il nome comune di questo chelonide non si riferisce tanto al colore del carapace quanto al grasso che vi si trova sotto. È una specie locale che nidifica nelle spiagge delle piccole isole australiane. Ogni anno, infatti, circa 60.000 femmine di tartaruga verde si riuniscono sulla piccola isola di Raine per la cova delle uova.
Vongola gigante (Tridacna gigas)
Ben adattata alle acque calde della Grande Barriera, è il bivalve più grande finora conosciuto: pesa fino a 200 kg, le sue valve dal bordo disegnato da costolature possono raggiungere gli 1,5 metri di lunghezza e l’aspettativa di vita è di 100 anni.
Manta
Questo pesce cartilagineo fa parte della famiglia dei Myliobatidae. Molto simile alla razza ma, diversamente da questa, la manta non presenta alcuna macchia sul dorso ed è estremamente docile. La manta è un tipo di pesce solitario che percorre grandi distanze per perlustrare l'oceano alla ricerca di prede, come plancton e larve di pesce.
Pesce Napoleone (Cheilinus undulatus)
Il più grande componente della famiglia Labridae. Questo pesce può superare gli 1,8 metri di lunghezza e ha un aspetto davvero peculiare, con labbra carnose e una protuberanza sopra gli occhi. È noto per la sua indole passiva e amichevole.
Squali
Sono diverse le specie di selachiomorfi che si trovano nella Grande Barriera, come gli Orectolobidae o “pesci tappeto”. Come già suggerisce il nome, questi animali nuotano rasente il fondale. Ci sono poi anche lo squalo tigre, lo squalo martello e lo squalo bianco.
Pesce pagliaccio
Conosciuti anche come "pesci anemoni", sono un gruppo di circa 30 specie di pesci teleostei appartenenti alla famiglia Pomacentridae e alla sottofamiglia degli Amphiprioninae. Questi esemplari danno vita a simbiosi con anemoni e attinie dentro alle quali si rifugiano: il colore arancione sgargiante del loro corpo serve ad attirare altri pesci dentro l'anemone, che li punge con i tentacoli urticanti e li mangia, condividendone poi con il pesce pagliaccio gli avanzi.
Dugongo (Dugong dugon)
È un mammifero marino di raro fascino che può arrivare a misurare 3 metri di lunghezza per 400 kg di peso. La sua dieta è prettamente vegetale, il che gli è valso il soprannome di "mucca del mare".
Balene
Da giugno a novembre (cioè durante l’inverno e la primavera australi), oltre 10.000 specie di balene migrano dalle fredde acque dell’Antartide a quelle calde della Grande Barriera per nutrirsi e per dare alla luce i propri piccoli. Megattere e balenottere minori sono le specie più avvistate tra le numerose che compiono questa rotta migratoria.
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