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11 Agosto 2023
8:30

La Grande Barriera corallina australiana tra sbiancamento e resilienza agli stress ambientali

La Grande Barriera Corallina australiana è la più grande barriera del mondo e presenta un'incredibile biodiversità. Recentemente sembra che sia riuscita a reagire in modo positivo alle minacce esterne (inquinamento e riscaldamento globale) dando prova della sua resilienza.

A cura di Andrea Raboni
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La Grande Barriera corallina australiana tra sbiancamento e resilienza agli stress ambientali
grande barriera corallina

Al largo delle coste del Queensland, nell’Australia nord-orientale, si trova la Grande Barriera Corallina (Great Barrier Reef), la più grande dell’intero Pianeta. Questo imponente ecosistema marino, che comprende specie di ogni genere (squali, pesci pagliaccio, cavallucci marini, delfini, tartarughe, coccodrilli marini e tanti altri), è in realtà un complesso di strutture naturali sparse nelle acque dell'oceano Pacifico, che comprende circa 3.000 barriere coralline e un migliaio di isole, per una lunghezza complessiva di circa 2.300 chilometri e una superficie totale di oltre 340.000 chilometri quadrati. Ma di preciso come è formata la Grande Barriera Corallina e quali rischi corre?

L'ecosistema della Grande Barriera Corallina

Scoperta nel XVIII secolo dall’esploratore britannico James Cook nel corso dei suoi viaggi alla ricerca della Terra Australis, la Grande Barriera Corallina è un concentrato di biodiversità unico al mondo, con più di 1.600 specie di pesci, oltre 30 specie di mammiferi marini e miliardi di piccoli organismi acquatici noti con il nome di polipi.

Il corallo è infatti formato da un insieme di questi polipi, che formano un unico organismo coloniale le cui secrezioni di carbonato di calcio danno origine alla classica “ossatura” corallina che tutti conosciamo. Nel corso di migliaia di anni, la continua sedimentazione di queste strutture e dei loro resti dà vita alle barriere coralline.

Come tutti gli ecosistemi, anche la Grande Barriera Corallina possiede un proprio specifico equilibrio, la cui rottura, per cause naturali o antropiche, può portare all’estinzione di innumerevoli specie animali e vegetali con conseguenti effetti a cascata su tutti gli ambienti marini.

grande barriera corallina come è fatta

Le minacce

Coloratissimi pesci tropicali, tartarughe marine, squali, mante, delfini, balene e alghe di ogni genere animano questo meraviglioso ambiente, ma la loro sopravvivenza è oggi minacciata dai pericoli del mondo esterno.

Come sempre, uno dei principali fattori in grado di destabilizzare l’equilibrio ecologico della Grande Barriera Corallina è rappresentato dall’inquinamento. Scarti agricoli, scarichi industriali, sostanze chimiche e rifiuti di ogni tipo possono danneggiare gravemente gli organismi marini e favorire la proliferazione di specie aliene o nocive.

Un'altra minaccia è rappresentata dalle attività umane non controllate e dal turismo di massa. Grandi concentrazioni di persone sono infatti potenzialmente in grado di alterare gli equilibri ambientali con la loro sola presenza, senza considerare gli inevitabili danni causati a flora, fauna e complessi naturali dal continuo e ripetuto passaggio di turisti e imbarcazioni.

Infine, tra le più grandi minacce alla sopravvivenza della Grande Barriera Corallina ritroviamo ancora una volta il cambiamento climatico. La variazione della temperatura e della salinità dell’acqua è estremamente pericolosa per la sopravvivenza degli organismi marini e può provocare il cosiddetto sbiancamento del corallo.

inquinamento barriera corallina

Lo sbiancamento della Grande Barriera Corallina australiana

Gli accesi colori che caratterizzano i coralli sono dovuti alla presenza di particolari alghe, chiamate zooxantelle, che vivono in simbiosi con i polipi producendo sostanze nutritive attraverso la fotosintesi. Il colore del corallo è tanto più intenso quanto maggiore è la concentrazione di alghe.

Una variazione di temperatura, anche di pochissimi gradi, innesca una reazione che porta i polipi a disfarsi delle zooxantelle, ma così facendo si privano anche della loro principale fonte di sostentamento. Senza alghe, i coralli perdono la tipica colorazione e, se il fenomeno persiste nel tempo, sono destinati a morire a causa della mancanza di nutrienti.

Negli ultimi venticinque anni la Grande Barriera Corallina è stata interessata da diversi episodi di sbiancamento: nel 2016 oltre il 90% della superficie è stata interessata dal fenomeno, con la conseguente perdita del 22% del corallo. Le aree maggiormente colpite hanno visto un tasso di mortalità del corallo superiore all’80%.

sbiancamento corallo

La resilienza agli stress ambientali

Attraverso attività di monitoraggio aereo, l’Australian Institute of Marine Science ha rilevato fenomeni di sbiancamento sempre più frequenti: quattro episodi negli ultimi sette anni. Un trend di questo tipo è un chiaro campanello di allarme e dovrebbe a questo punto dimostrare inequivocabilmente che qualcosa sta cambiando, e non in meglio, nel cuore dei mari e degli oceani. Fenomeni di sbiancamento così ravvicinati sono infatti sintomo di un mutamento delle condizioni ambientali e degli equilibri ecologici. Mutamento che dobbiamo tenere sotto controllo e, per quanto possibile, cercare di arginare, regolamentando le nostre attività economiche e il nostro modo di relazionarci con l’ambiente.

In tutto questo c’è, però, una buona notizia. Nonostante i ripetuti episodi di sbiancamento, tra il 2020 e il 2022 la superficie delle regioni settentrionali della barriera coperta da coralli è cresciuta. Questo fatto dimostra che la Grande Barriera è in grado di riprendersi con una certa efficacia nei periodi in cui non è soggetta a profondi stress ambientali, manifestando quindi una certa resilienza.

Con questo termine si intende infatti la capacità di un ecosistema di “reagire” a eventi avversi ripristinando lo stato di equilibrio che caratterizza la sua condizione di stabilità.
Gli stessi ricercatori dell’Australian Institute of Marine Science ci mettono però in guardia sul dare per scontato che la situazione sia in generale miglioramento: molti studi sugli effetti a lungo termine dello sbiancamento sono ancora da approfondire e ulteriori episodi futuri potrebbero vanificare completamente gli sforzi operati dagli ecosistemi della Grande Barriera Corallina per ritrovare il proprio equilibrio.

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