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Mettiamoci in gioco all'Agcom: 'Pubblicità, rimodulare linee guida'

06 maggio 2019 - 15:04

La campagna 'Mettiamoci in gioco' chiede di rimodulare parte delle linee guida dell'Agcom sul divieto di pubblicità.

Scritto da Redazione
Mettiamoci in gioco all'Agcom: 'Pubblicità, rimodulare linee guida'

"La campagna 'Mettiamoci in gioco' intende in primo luogo ringraziare l’Agcom per l’importante lavoro svolto, in virtù delle necessarie precisazioni in merito ai confini, talvolta labili, nel settore del gioco d’azzardo, tra informazione e pubblicità. Allo stesso tempo ritiene suo dovere evidenziare delle perplessità relativamente ad alcuni casi di esclusione dal divieto stabiliti dall’Authority".

 

È quanto si legge in una nota inviata dai responsabili di "Mettiamoci in gioco", campagna nazionale contro gli effetti patologici del gioco, a cui aderiscono istituzioni , organizzazioni di terzo settore, associazioni di consumatori, sindacati, che commenta i contenuti delle linee guida emanate dall'Agcom – Autorità per le garanzie nelle comunicazioni per l'attuazione del divieto di pubblicità al gioco previsto dal decreto Dignità.

 

In particolare, per "Mettiamoci in gioco" appaiono "critiche, o comunque degne di un ulteriore intervento chiarificatore" alcune disposizioni.
A cominciare dalla decisione di "consentire i 'servizi informativi di comparazione di quote o offerte commerciali dei diversi competitors', vale a dire i cosiddetti 'spazi quote', le rubriche ospitate dai programmi televisivi o web sportivi che indicano le quote offerte dai bookmaker.
È infatti convinzione della Campagna che chiunque voglia esercitare il proprio diritto di giocare d’azzardo abbia a disposizione strumenti e spazi sufficienti per conoscere e comparare quote e offerte commerciali legali, senza la necessità di 'promuovere' ulteriormente queste informazioni in programmi sportivi".
Un'altra critica viene espressa contro la volontà di "permettere la 'mera esposizione delle vincite' realizzate presso un punto vendita, anche se effettuata con 'modalità, anche grafiche e dimensionali, tali da non configurare una forma di induzione al gioco a pagamento'.
Le associazioni aderenti alla campagna 'Mettiamoci in gioco' reputano che la semplice esposizione rappresenti da sola una forma di induzione al gioco. Un reale 'servizio informativo' a 360 gradi richiederebbe non solo l’esposizione delle vincite ma anche il computo delle perdite fatte registrare dai giocatori in quel punto vendita".
Infine, gli aderenti alla campagna esprimono riserve sull'esclusione dal divieto di pubblicità della "televendita di beni e servizi di gioco a pagamento anche se si specifica che essa 'non deve avere natura promozionale' e che tale natura vada comunque 'presunta' se trasmessa all’interno di un palinsesto televisivo generalista o semigeneralista.
Questo punto necessita di un ulteriore chiarimento perché la televendita è per sua stessa natura promozionale; l’offerta televisiva consta di numerose reti – gratuite o a pagamento – il cui palinsesto non rientra nelle definizioni 'generalista' o 'semigeneralista'".
 
 
In conclusione, la campagna “Mettiamoci in gioco” ritiene che "i suddetti casi di esclusione dal divieto di pubblicità lascino (o rischino di lasciare) spazi eccessivamente ampli ad informazioni comunque suscettibili di ridurre lo spazio di tutela del consumatore/giocatore, soprattutto se appartenente alle categorie vulnerabili. Auspichiamo perciò una rimodulazione degli stessi".
 

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