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Agcom, pubblicità gioco: tra vecchie e nuove necessità

28 aprile 2018 - 08:06

Benedetta Liberatore, a capo della direzione Contenuti Audiovisivi di Agcom, mette in luce quanto fatto nella comunicazione sul gioco e quanto ancora resti da fare.

Scritto da Sara
Agcom, pubblicità gioco: tra vecchie e nuove necessità

Tra le richieste che arrivano da diverse parti politiche, c'è quella relativa a un maggior controllo della pubblicità televisiva relativa al gioco. Ma quali sono le misure attuali che dovrebbero essere rafforzate e in che modo? Lo abbiamo chiesto a Benedetta Liberatore, a capo della direzione Contenuti Audiovisivi dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.

La normativa in materia di pubblicità di gioco d’azzardo soffre di due criticità. In primo luogo la sovrapposizione di competenze tra una pluralità di organi (Agenzia delle dogane e monopoli, Autorità garante della concorrenza e del mercato, Agcom) i cui confini di azione non sono chiari a causa di un poco chiaro coordinamento normativo. Ciò ha generato un’incertezza applicativa che impone un continuo raccordo, con conseguenti difficoltà nell’attuazione delle nuove regole. Al fine di evitare la moltiplicazione dei procedimenti sanzionatori con il rischio di un tris in idem, ovvero la deriva esattamente opposta – e cioè un’eccessiva cautela nell’interpretare le rispettive competenze - sarebbe necessario, anzitutto, concentrare i poteri di vigilanza e sanzione in capo ad un’unica autorità o, per lo meno, chiarire in maniera precisa i confini dei poteri delle istituzioni coinvolte. In secondo luogo, non può non rilevarsi come le norme introdotte dalla legge di stabilità limitino i poteri di intervento dell’Agcom al solo settore audiovisivo, con l’esclusione pertanto di tutte le forme di pubblicità che non possano qualificarsi come audiovisive. Tale situazione risulta poi aggravata dal decreto attuativo Mise-Mef (luglio 2016) che ha ulteriormente circoscritto l’ambito applicativo”.

Il governo Gentiloni ha avviato una riforma con gli enti locali per stabilire la collocazione delle sale gioco. Cosa ne pensa?

Il tema della collocazione delle sale da gioco è molto delicato, per quanto evidentemente estraneo al perimetro delle competenze specifiche dell’Agcom”.

Il sottosegretario uscente, Pier Paolo Baretta, ha precisato, però, che è solo l'inizio di un percorso che dovrà riguardare anche il settore del gioco online. Cosa auspica?

Questa domanda si ricollega alla prima. Il principale limite della normativa – per i profili di competenza dell’Autorità - è esattamente la mancata attribuzione di poteri per un efficace contrasto della pubblicità online. Tale considerazione riceve conferma a livello comunitario, dove ci si è occupati proprio (ed esclusivamente) della forma di gioco di azzardo online, sul presupposto della sua maggiore pericolosità rispetto a qualsiasi altra forma di gioco. È questo, a nostro giudizio, il settore che ha maggior bisogno di disciplina”.

Quanto conta una corretta promozione del gioco e la creazione di una cultura adeguata per combattere la dipendenza?

Una strategia preventiva – e che agisca sul piano culturale - è indispensabile, tenuto conto che non solo aumentano complessivamente i soggetti che accusano problematiche connesse al gioco compulsivo, ma sempre di più si abbassa la fascia di età di coloro che si approcciano al gioco. E una responsabilità specifica nel settore va senza dubbio attribuita alla diffusione di forme di promozione sempre più invadenti e aggressive. Per comprendere l’importanza di una corretta promozione del gioco, occorre considerare la particolare insidiosità dei messaggi in questione: il rischio - proprio di qualsiasi forma di promozione - di indurre il consumatore ad una decisione di natura commerciale poco consapevole, nel settore in esame, si fa ancora più insidioso, considerata la particolare forza che i messaggi pubblicitari sul gioco d’azzardo esercitano su soggetti vulnerabili quali minori e addetti al gioco. Per i primi, in particolare, è la dimensione ludica, unitamente all’inesperienza, ad attrarre al 'servizio' offerto, per i secondi, viceversa, è proprio l’esperienza stimolante e gratificante del gioco ad indurli a decisioni irrazionali in merito all’utilizzo”.

L'Agcom in che modo sta portando avanti l'attività di controllo e sanzione dei messaggi pubblicitari?

Con specifico riferimento alle norme del decreto Balduzzi, le competenze restano ferme in capo all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – per quel difetto di coordinamento di cui le dicevo – ed è in atto un’interlocuzione con l’Agenzia per valutare l’opportunità di addivenire un protocollo di intesa.

Per quel che riguarda invece le norme introdotte dalla legge di stabilità, già all’indomani dell’entrata in vigore di tale legge – e sebbene non tutte le disposizioni fossero efficaci (alcune non lo sono ancora) - ha avviato un monitoraggio d’ufficio per verificare il rispetto delle nuove regole da parte dei fornitori di servizi media audiovisivi. In particolare, l’attività si è svolta secondo due distinti binari: da una parte si è valutata, la condotta delle emittenti nella fascia oraria 7-22 (quanto meno delle cosiddette ex generaliste, ma anche di alcune non generaliste); dall’altra, si è verificato il rispetto del comma 938 nelle fattispecie di pubblicità trasmesse negli orari consentiti.

Allo stesso modo si è dato riscontro alle diverse segnalazioni pervenute da soggetti privati o istituzionali che tuttavia riguardavano nella quasi totalità ipotesi di pubblicità non qualificabili come audiovisive che, per quanto detto, esulano dall’ambito dei poteri sanzionatori dell’Autorità.

Per i profili di competenza le segnalazioni pervenute sono state oggetto di un controllo di conformità da parte dell’Autorità, anche sulla base di uno scambio di informazioni con l’istituto di autodisciplina pubblicitaria per verificare se le stesse fossero oggetto di parere preventivo favorevole da parte dell’istituto”.

Limitare fortemente o addirittura vietare la pubblicità del gioco lecito non rischia di avere conseguenze negative sui consumatori, non mostrando la differenza tra operatori leciti e operatori illegali?

La scelta dal legislatore di non vietare tout court la pubblicità del gioco a pagamento è stato oggetto di forti critiche. Questa valutazione non compete ad Agcom. Sicuramente dovrebbero risolversi le incertezze normative predette, nonché estendere le regole e i divieti della legge di Stabilità al settore online, alle emittenti radiofoniche e a quelle locali”.

A suo avviso è utile stabilire un codice di autodisciplina nella comunicazione delle aziende che operano nel gioco?

Senza dubbio sì. Come accennavo un codice di autodisciplina già esiste e questo contiene delle norme nei confronti delle comunicazioni commerciali concernenti il gioco a pagamento. La dimensione del fenomeno è tale che solo una strategia congiunta, legislativa e autoregolamentare, può produrre concreti risultati”.

Nel libro bianco “Media e minori 2.0” è stato messo in risalto il fatto che lo sviluppo delle tecnologie telematiche abbia ampliato sensibilmente le possibilità di accedere ai servizi di gioco d’azzardo a distanza. Come si deve affrontare il problema?

È fuori di dubbio che tra gli effetti collaterali più indesiderati che l’evoluzione delle tecniche di comunicazione ha prodotto sulla società civile, si collochi la crescita di fenomeni di ludopatia.

A tale riguardo importanti indicazioni erano state fornite in sede comunitaria dalla raccomandazione della Commissione del 14 luglio 2014 sui principi per la tutela dei consumatori e degli utenti dei servizi di gioco d'azzardo online, la quale prevede un’apposita procedura di registrazione per la creazione di un conto di gioco online, con meccanismi di 'alert' e autolimitazioni in caso di gioco o perdite eccessive; pone una serie di obblighi informativi da inserire sul sito internet dell'operatore di gioco, nonché norme di tutela ad hoc per i minori, quali meccanismi di controllo parentale e regole specifiche sulla comunicazione commerciale rivolta ai minori.

Molte di queste regole sono state recepite nel decreto Balduzzi. Occorrerebbe effettuare una valutazione di impatto regolamentare per verificare cosa non ha funzionato nell’attuazione di queste norme”.

Quali sono le azioni nel prossimo futuro da mettere in atto relative a una corretta comunicazione del gioco?
Le principali problematiche derivano da una certa ambiguità e indecisione del legislatore nella disciplina del settore. Ma l’aspetto che, senza dubbio, lascia maggiormente perplessi è la circostanza non sia stata affermata in maniera esplicita una competenza sul mondo internet di Agcom, Autorità convergente e dotata di strumenti di intervento anche su tale piattaforma, come dimostra la positiva esperienza dalla stessa matura in materia di diritto di autore”.
Il tema della pubblicità del gioco dovrebbe essere affrontato a livello europeo? Quanto è importante la formazione e l'educazione sul tema del gioco responsabile?
Senza dubbio la natura transfrontaliera delle comunicazioni commerciali concernenti il gioco a pagamento richiederebbe una disciplina a livello europeo. Sebbene siano stati adottate importanti iniziative – mi riferisco in particolare alla risoluzione del Parlamento europeo del 2013 sul gioco d'azzardo online e alla raccomandazione della Commissione del 14 luglio 2014 sui principi per la tutela dei consumatori e degli utenti dei servizi di gioco d'azzardo online e per la prevenzione dell'accesso dei minori ai giochi d'azzardo online -, tali atti hanno natura di soft law difettando del carattere di cogenza negli Stati membri. È evidente che, per la dimensione degli interessi coinvolti, la moral suasion rappresenti una strategia non pienamente efficace.
Sotto il profilo della formazione e dell’educazione, per i profili di interesse dell’Autorità, ribadisco il ruolo, senza dubbio importante, che le comunicazioni commerciali vengono ad assumere nella decisione di gioco”.

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