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Fratelli d'Italia: 'Riforma giochi, questione urgente'

07 febbraio 2019 - 08:50

Anche Fratelli d'Italia scende in campo per chiedere al Governo l'attesa riforma del settore dei giochi.

Scritto da Anna Maria Rengo
Fratelli d'Italia: 'Riforma giochi, questione urgente'

Inserita nel decreto Dignità, con l'annuncio che sarebbe stata presentata entro sei mesi, la riforma dei giochi è ancora un obiettivo non realizzato dal governo gialloverde. A sollecitarlo in proposito, a poche ore dall'appello della deputata di Leu Michela Rostan, è una nuova interrogazione al ministro dell'Economia e delle finanze Giovanni Tria, presentata a Palazzo Madama dai senatori Andrea De Bertoldi e Patrizio Giacomo La Pietra.

I due parlamentari di Fratelli d'Italia ritengono che "le numerose e articolate criticità necessitino di rapide misure d'intervento finalizzate ad un complessivo riordino normativo dei giochi e delle scommesse, sia dal punto di vista fiscale, sia sotto il profilo autorizzativo e concessorio, il cui stato attuale sta determinando (...) evidenti complessità in ambito socioeconomico" e chiedono dunque "quali iniziative urgenti il Governo intenda intraprendere, al fine di rivisitare la normativa e sostenere, al contempo, un importante comparto economico del Paese, dall'indotto rilevante, le cui condizioni attuali evidenziano un quadro normativo generale complesso e disorganico".

 

LE PREMESSE - In premessa, i due senatori evidenziano che "il comparto delle scommesse sportive attraversa, ormai da molti anni, una situazione d'incertezza totale sia per i piccoli imprenditori del settore che decidono di avviare l'apertura di un'agenzia di scommesse, ottenendo una convenzione da uno dei concessionari di licenze, sia per i bookmaker stessi".

A loro giudizio, "le condizioni di evidente inefficienza sono causate da un sistema normativo poco chiaro, quasi sempre non in sintonia con le direttive europee, nonché in generale dai palesi dubbi normativi sulla liceità di iniziare questo genere di attività nel territorio nazionale. Inoltre, il regime di monopolio ancora vigente in Italia porta ogni anno ingenti sanzioni per il nostro Paese da parte dell'Unione europea".

LA PROROGA DELLE CONCESSIONI - Il panorama normativo italiano attuale rileva, infatti, che "le concessioni delle licenze già scadute nell'anno 2015 sono state prorogate, impedendo di fatto l'accesso al mercato dei giochi e scommesse ad altre società non ancora operanti nel territorio italiano, determinando di conseguenza un numero sempre maggiore di ricorsi giudiziari". Inoltre, lo Stato "ha disposto a riguardo due sanatorie, probabilmente con il mero intento di incrementare le entrate correnti, che hanno consentito alle società non in regola, operanti in Italia attraverso Ced o Ctd (centro elaborazione dati, centro di trasmissione dati), di praticare comunque l'attività di raccolta di giochi e scommesse, senza tuttavia considerare che si andava di fatto ad equiparare le società che fino a quel momento avevano evaso il fisco a quelle che invece avevano sempre corrisposto il dovuto, e ciò ha portato un considerevole aumento dell'attività giudiziaria;".
 
L'AGGIRAMENTO DELLA LEGGE - All'interno di tale scenario, sottolineano i senatori di FdI, "molte società (ex Ced) hanno inoltre tentato di aggirare le normative italiane, iniziando l'attività come 'punto di vendita ricarica' (Pvr), con prodotti autorizzati dai Monopoli di Stato, inserendo successivamente all'interno delle stesse strutture commerciali 'siti.com' abusivi. Tale situazione sta consentendo a questi centri di operare liberamente utilizzando di fatto siti internet illegali e privi di licenze italiane o europee, poiché, trattandosi di attività accessorie ed apparendo comunque come autorizzati dai Monopoli di Stato, non sono assoggettati ai controlli tipici delle agenzie di scommesse, né devono rispettare tutti i vincoli in tema di distanze dai punti sensibili".
 
LO SCENARIO EUROPEO - Gli interroganti al riguardo evidenziano come, a livello europeo, "la situazione complessiva sia nettamente diversa, se si valuta infatti come nessuno Stato abbia manifestato il proliferare di reti parallele illegali, e ciò con ogni probabilità è dovuto a regole certe e severe nei confronti dei trasgressori, che sono di conseguenza obbligati a rispettare le normative vigenti nello Stato in cui operano. In Germania, ad esempio, non sono previste norme che impongano distanze minime dai punti ritenuti sensibili, ed inoltre coloro che operano senza licenza rischiano di subire pene detentive. Sono previsti, inoltre, obblighi formativi in capo ai titolari e ai collaboratori delle agenzie di giochi e scommesse, così da consentire loro di intervenire in modo adeguato in situazioni di difficoltà legate alla dipendenza patologica dal gioco d'azzardo. Tali prescrizioni si intendono a totale ed esclusiva tutela degli stessi scommettitori, e sono previste sanzioni anche penali in caso di mancata osservanza di questi obblighi".
 
LE CONSEGUENZE DELLE NORMATIVE SETTORIALI - Gli interroganti evidenziano, pertanto, come "il susseguirsi di normative settoriali, frammentarie ed inadeguate nel settore dei giochi e scommesse abbia ulteriormente dilatato le numerose e articolate problematiche legate a tale settore, comportando un aumento dell'evasione fiscale e dei casi di ludopatia, ottenendo quindi risultati diametralmente opposti rispetto a quelli auspicati". Gli effetti negativi e penalizzanti, a parere degli interroganti, "hanno determinato complessivamente una riduzione delle entrate tributarie per l'amministrazione dello Stato e l'impossibilità di introdurre nuovi bandi per le licenze delle concessioni, bloccando il potenziale interesse verso il nostro territorio di società internazionali, e alimentando confusione e disorientamento nell'opinione pubblica".
 
Risulta peraltro "urgente e indifferibile rivisitare nel complesso la normativa, attraverso interventi chiari che vadano a riformare completamente il settore dei giochi e scommesse".

 

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