In piazza Loggia il 25 Aprile di lotta contro la nuova onda nera

«Serve un’incessante battaglia culturale» contro le pulsioni neofasciste in Italia, dice il segretario nazionale dell'Anpi, Carlo Ghezzi
25 APRILE, CELEBRAZIONI IN PIAZZA
AA

«Io credo che valga ancora la pena di testimoniare, anche dopo tanti anni - dice una signora con un foulard tricolore - , perché nulla di quello che i partigiani e la Resistenza hanno conquistato è scontato».

Una Festa della Liberazione che mai come oggi guarda al futuro, alla necessità di non disperdere i valori della Resistenza, in cui affonda le sue radici la nostra Costituzione, dalla giustizia sociale all’accoglienza, alla lotta contro le oppressioni a tutti i livelli. Nei discorsi dal palco allestito in piazza Loggia per il 25 Aprile è stata ribadito più volte il pericolo che le pulsioni neofasciste viste nei mesi scorsi nel nostro paese, ma anche in Europa, possano prendere ancora più forza.

«L’onda nera e le tensioni preoccupanti che ci troviamo a fronteggiare durerà ancora a lungo - sottolinea il segretario nazionale dell’Anpi, Carlo Ghezzi -. Pertanto la nostra azione tesa a contrastare questi rigurgiti richiede un’incessante battaglia culturale e uno straordinario impegno civile». 

«Il fascismo non è un pensiero, il fascismo è sempre stato violenza criminale», ha poi aggiunto Ghezzi. E per questo, anche oggi, non deve avere agibilità in Italia.

In piazza c’erano alcune migliaia di persone, che hanno voluto sottolineare il loro legame con quella Brescia che ha meritato la medaglia d’argento per la Resistenza, ma che è stata anche segnata 44 anni fa dalla violenza fascista. Quello di oggi è il primo 25 Aprile che si celebra dopo il raggiungimento della definitiva verità giudiziaria sulla strage di piazza Loggia. «Una verità che qualcuno vuole contrastare ancora adesso», ha detto il sindaco Emilio Del Bono, guardando alla mobilitazione del prossimo 28 maggio

Il ricordo del sacrificio dei partigiani è stato poi al centro del discorso di Ghezzi, che ha però ricordato anche come la Costituzione debba ancora trovare piena attuazione e come il patto stretto dopo il 1945, mai più guerre, sia puntualmente tradito. E in piazza, oltre alle delegazioni di Anpi, Fiamme Verdi e dei sindaci bresciani, si sono viste anche bandiere palestinesi, curde, o ancora del movimento No Tav. Ma in generale la voglia di esserci andava al di là delle connotazioni politiche. Fatto salvo, ovviamente, il principio antifascista.

«Sono stato portato qua da piccolo, sono sempre venuto da meno piccolo e spero di continuare a venire con lei, facendola crescere con queste idee», ha commentato alla fine un ragazzo, arrivato in piazza con la compagna e la figlia di meno di due anni. 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia