«Io abusato da un prete e non ancora risarcito»

Il religioso punterebbe all’estinzione delle pene accessorie e di ogni altro effetto penale della condanna
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La sentenza di condanna è definitiva dal 10 gennaio 2005 quando la Cassazione conferma i sei anni di reclusione per il sacerdote bresciano finito a processo, e prima ai domiciliari, con l’accusa di violenza sessuale su minori.

«Sono passati 13 anni e io non sono mai stato risarcito come invece prevedeva la sentenza» racconta una delle vittime il giorno dopo aver letto che la Diocesi ha risarcito la famiglia di un ragazzino di Darfo che avrebbe subito violenze dal proprio parroco.

Lo chiamiamo Carlo, nome di fantasia. Oggi ha 34 anni e i fatti sono relativi al periodo tra l’ottobre 1995 ed il febbraio 1999. Il religioso, oggi ospite di un convento, ha un incarico nel seminario diocesano e le vittime sono cinque studenti di scuola media che raccontano di abusi subiti e tenuti nascosti per due anni.

In fase di processo d’appello il sacerdote si dichiara disposto a versare un risarcimento alle sue vittime. Dai 20 ai 50mila euro. «Sforzo che va valutato certamente a suo favore, ma 40 mila euro non rappresentano certamente un’adeguata riparazione per chi ha subito» scrisse la Corte d’appello di Brescia. Tre vittime ricevono risarcimento, non così Carlo e un altro ex compagno di seminario. «Mi erano arrivate delle lettere, ma null’altro» racconta.

«Una vicenda che volevo dimenticare anche se è impossibile far finta di niente. Però ci provavo». Fino a quando riceve una chiamata. «Qualche mese fa. Dall’altra parte del telefono un avvocato che mi chiede di ritirare la richiesta danni, perché il prete intende presentare istanza di riabilitazione. Non ci sto». Il religioso punterebbe all’estinzione delle pene accessorie e di ogni altro effetto penale della condanna. La riabilitazione non può però essere concessa se il condannato non ha rispettato le obbligazioni civili derivanti dal reato. «E io - dice Carlo - dopo 13 anni sto ancora aspettando un risarcimento promesso». 

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