La perpetua di don Abbondio e gli ultimatum

Dietro le quinte della campagna elettorale, i «malpancisti» e l'approccio di Margherita Peroni
Margherita Peroni - © www.giornaledibrescia.it
Margherita Peroni - © www.giornaledibrescia.it
AA

Il leitmotiv resta che «nulla sarà come prima». Vale nel centrodestra, vale nel centrosinistra: entrambi gli schieramenti sono infatti alle prese con la loro quota di «malpancisti» (che checché ne dicano e se ne lamentino, in realtà, sono un po’ la loro sonda spaziale: i malpancisti dimostrano che c’è vita anche oltre le ingessature ufficiali e i valzer delle riverenze condito da sorrisi elettorali). In casa Forza Italia, i peroniani hanno tentato di sfasciare una maggioranza di cui, anni fa, erano gli azionisti decisivi.

Ora - dopo il triplo salto carpiato con avvitamento di almeno due esponenti che professavano di sostenerli, salvo poi fare retrofront - si ritrovano aggrappati a un partito che, almeno a parole, sembra più solido di prima (certo, bisognerà vedere se l’armonia resterà anche a candidature e liste scoperte). E Margherita Peroni e Giorgio Maione si trovano nei panni, per loro insoliti, dei soci di minoranza. A memoria, è la prima volta che restano fregati in un affare.

Ma non è ancora detta l’ultima parola, specie perché la Peroni è l’esatto opposto della Perpetua di don Abbondio, descritta come una donna che «sapeva ubbidire e comandare, secondo l’occasione». Lei lo ha chiarito: non è suddito di nessuno. Nel frattempo, in casa centrosinistra la coalizione che sostiene il sindaco Del Bono ha comunicato per la seconda volta che inizia a lavorare sul programma (per chi non lo avesse capito la prima). In realtà nella nota c’era un messaggio criptato, rivolto a Sinistra italiana, che pare ancora indecisa - ma meno sul piede di guerra di qualche mese fa - sulle prossime mosse.

Sì, perché il comunicato ribadiva che Mdp ha ritenuto di iniziare a lavorare al programma e che, insieme alla lista Al lavoro con Bs, era disponibile ad ampliare l’alleanza. Se cioè davvero Mdp e Al lavoro con Bs scegliessero di fare un’unica lista, si riaprirebbe il problema con Si. Il segretario provinciale Luca Trentini (che pare stia finalmente sciogliendo il rebus morettiano: non andare alla festa oppure andare e stare in disparte) sarebbe deciso a porre come condizione per l’alleanza la presenza del simbolo Liberi e uguali, lista inclusa, col rischio di sguarnire però quella che fa capo all’assessore Fenaroli, del quale Si aveva contestato il modo di agire a più riprese. L’aut aut del simbolo potrebbe far ribaltare la situazione e mettere in difficoltà Al lavoro con Bs.

Senza contare che il capogruppo Donatella Albini è iscritta a Si: dove collocherà il suo nome se le liste saranno separate? Più di qualcuno, poi, continua a parlare di lei come possibile assessore. Ma sembrerebbe solo un tentativo per confondere le idee: Albini aveva già dichiarato, con tanto di comunicato stampa, che non ha alcuna intenzione di sedere in Giunta. Insomma, sia nel centrodestra sia nel centrosinistra, anche oggi vanno d’accordo domani.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia