Un treno per l'Europa, gli studenti bresciani a Salonicco

Più di 360 ragazzi delle scuole superiori hanno partecipato al progetto e vissuto da vicino il dramma dei profughi siriani accolti in Grecia
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Anche quest’anno il progetto Un treno per l'Europa è arrivato dritto al cuore di centinaia di studenti in poche ore. Dopo un viaggio comunque faticoso, in pullman da Brescia ad Ancona, poi traghetto fino a Igoumenitza e di nuovo in pullman lungo tutta la Grecia continentale, gli studenti sono entrati poco alla volta nel clima di una Europa non usuale.

Parliamo dell’Europa vista dal punto di vista della Grecia, meglio ancora dal punto di vista di Salonicco, città che si è trovata a fare i conti con un’ondata di rifugiati siriani e che ha trovato la propria identità nelle politiche di accoglienza e gestione degli immigrati. Certamente non è tutto una bella favola, i 360 ragazzi delle scuole Calini, Capirola, Leonardo, Lunardi, De Andrè, Sraffa, Tassara, Gambara, Marzoli e Canossa lo hanno capito fin dalle prime ore. Dopo una visita di piacere a Ioannina, alla sera di giovedì si è entrati nel vivo delle questioni più intense.

Lorena Pasquini, ideatrice e organizzatrice del progetto, con la sua associazione «I Luoghi», ha aperto una serata che ha tenuto inchiodati gli studenti e un centinaio di ospiti e accompagnatori. Alcuni passi dell’Odissea, libro fondativo per la cultura della conoscenza dello straniero, hanno introdotto il tema, con la voce dell’attore Filippo Garlanda e un coro «greco» interpretato dai ragazzi. È seguita poi la proiezione del video preparati da tutte le scuole, che hanno interpretato i tre aspetti studiati nei mesi scorsi sui banchi e che qui trovano il loro compimento in una esperienza davvero intensa. L’accoglienza del mondo antico, la città di Salonicco come simbolo di una riorganizzazione sociale in funzione degli stranieri, il fenomeno delle migrazioni oggi, questi i temi.

Dall’Odissea ai barconi, con una poesia e una delicatezza che solo i ragazzi stanno ancora mettere in gioco. E si è aperta infine la vera e propria tavola rotonda, con l’intervento dell’assessore Marco Fenaroli, con delega sui temi dell’immigrazione e del suo omologo di Salonicco, con le rispettive esperienze sul campo, per poi ascoltare la responsabile educativa dei progetti Unicef nella città greca, la voce di alcuni studenti e quella di Bamba, rifugiato ivoriano che ha accompagnato da Brescia i ragazzi in tutto il viaggio.

La giornata di venerdì è stata dedicata alla visita alla città, che racchiude le tracce di molti passati e di molti popoli. E come ogni anno, una cinquantina di ragazzi ganno potuto partecipare alle attività organizzate in collaborazione con la Scuola del Viaggio. In sostanza, gli studenti si sono trasformati in reporter per qualche giorno: scrittura, fotografia, video, registrazione audio sono gli strumenti usati per raccontare alcune esperienze particolari che hanno potuto vivere (il racconto su Instagram si segue con l’hashtag Salonicco360). La prima di queste è stata una conversazione con cinque rifugiati nel Blue Refugee Centre. Cinque storie tremende e appassionanti insieme. Il coraggio di queste ragazze e questi ragazzi, che hanno dovuto abbandonare le loro città e le loro famiglie a causa di guerre e persecuzioni, è qui oggi davanti agli occhi degli studenti bresciani, visibilmente toccati da queste storie.

Domande, conversazioni e abbracci: la relazione diretta non ha barriere di alcun tipo. Ecco la prima lezione che si portano a casa. E poi la volta del progetto YMCA Thessaloniki, che organizza una sorta di doposcuola per ragazzi minorenni. Questa volta l’incontro è giocoso e divertente. In una grande stanza si parlano molte lingue, italiano, inglese, greco, farsi, arabo eppure ci si capisce. Si fanno alcuni giochi, scherzando con i nomi, ci si incontra, si disegnano i ritratti di ciascuno e ci si parla semplicemente con l’idea di capirsi. Alla fine, selfie, scambi di profili Instagram e Facebook e qualche lacrima si vede: non servono le parole. Lezione numero due. E si arriva al tardo pomeriggio quando il gruppo musicale Coriné, che ha accompagnato tutto il viaggio, restituisce alla città un po’ di questa grande accoglienza, con un concerto dedicato al disco di Fabrizio De André, Crêuza de mà. Nella bellissima location dell Warehouse sul molo di Salonicco sono risuonate le storie del Mediterraneo visto dal lato ligure, con gli occhi del grande cantautore. Ma la sorpresa è arrivata alla fine, con l’intervento di un gruppo di ragazzi di un altro centro di accoglienza, che hanno dato il via a una jam session di percussioni col il gruppo sul palco. Si balla. Non ci sono differenze. Terza lezione.

 

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