Cultura

La «Tosca» alla prima del Grande entusiasma il pubblico

Bella la regia con stile cinematografico: molto preparato il direttore, svetta la voce di Ganci. Replica domenica alle 15.30
OPERA, TOSCA SONTUOSA
AA

Il Teatro Grande accoglieva la folla e le autorità con due grandi vasi di fiori bianchi ed i carabinieri in alta uniforme. Ieri inaugurava la Stagione Lirica «Tosca» di Puccini nel nuovo allestimento del nostro Massimo e le signore hanno accolto l’invito del Teatro di ripristinare la tradizione del vestito lungo (il che valeva per gli smoking degli uomini, ma erano più rari).

Una bella «Tosca», a cominciare dall’allestimento del regista Andrea Cigni con scene di Dario Gessati; il primo atto inquadra di lato Sant’Andrea della Valle, quindi la cappella degli Attavanti si trova a sinistra rispetto a Cavaradossi che dipinge sulla destra. Un’impressionante grata di ferro posta di sbieco cela la vista centrale, mentre dal lato, complici gli specchi, si immaginano spazi vasti. La cancellata-grata ha un che di soffocante, quanto voleva lo scenografo che per il II atto ha ideato la stanza di Scarpia: tavola apparecchiata, una collezione di crocefissi, ma in diagonale domina una parete rossa: finestroni da dove giunge la Cantata, ma anche prigione oscura. Infine il "luogo di lacrime" lascia il posto ad un cielo strano, frizzante. Si respira, dopo tanta cupezza e sgomento. 

  • L'inaugurazione della stagione lirica del Teatro Grande
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Opera cinematografica per il taglio, la rapidità, con l’occhio del pubblico che funge da ideale macchina da presa,una felice intuizione di Cigni. L’orchestra dei Pomeriggi Musicali ha suonato bene, guidata da Valerio Galli, giovane direttore molto preparato e ricco di idee musicali, efficace specie dal II atto in poi (nel I va migliorato l’equilibrio col palcoscenico) e soprattutto da «Vissi d’arte» (accompagnata con autentica finezza) in poi. Galli ha molte qualità, ma potrebbe dirigere con più scioltezza, con più passionalità, dato che l’orchestra nella «Tosca» é una protagonista.

Interessante la giovane soprano Virginia Tola: voce dolce, fraseggia bene, con proprietà. Anche lei é migliorata nel II atto (gli acuti erano meno forzati), acquisendo certa drammaticità. Molto bene il tenore Luciano Ganci, bel timbro, voce potente, generosa, dotata di eccellenti acuti. Bravo Angelo Veccia che disegna uno Scarpia dalle mille sfaccettature, scenicamente ammirevole: tratta la sua voce, che ha dei limiti, con intelligenza, musicalità e tecnica. Efficace Nicolò Ceriani come Sagrestano, bene il Coro femminile e le Voci Bianche di Mora, fra le quali il tenero Pastorello di Camilla Lonati. Si replica domani alle 15,30 con diverso cast; tutto esaurito.

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