Appalti e rifiuti: i filoni dell'inchiesta che scuote Concesio

Da un lato ci sono gli appalti di quello che viene considerato il «sistema Gardoni», dall'altro una vicenda legata alla raccolta di carta e ferro
BUFERA SU CONCESIO PER GLI APPALTI
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Un’indagine durata mesi, iniziata nel maggio dello scorso anno e culminata questa mattina con l’arresto del responsabile del settore tecnico del Comune di Concesio Riccardo Gardoni, ora ai domiciliari con le accuse di turbativa d’asta, concussione e falso in atto pubblico

L’inchiesta della Procura di Brescia, coordinata dal pm Ambrogio Cassiani e portata avanti con intercettazioni e perquisizioni all’interno del Municipio, riguarda una serie di presunti appalti truccati

Gardoni avrebbe assegnato i lavori ad aziende che non partecipavano ai bandi o che addirittura ottenevano il via libera quando l'opera era già stata realizzata. E poi avrebbe incassato tangenti sottoforma di regali da alcuni imprenditori.

Una ventina gli indagati, tra cui gli impresari che hanno goduto del «sistema Gardoni», come è stato ribattezzato il meccanismo attuato per anni dal dirigente. 

C’è poi un altro filone della stessa inchiesta che vede indagati il sindaco di Concesio Stefano Retali, la sua vice Domenica Troncatti, prossima candidata alle elezioni di maggio, e tutta la giunta a guida Pd. Ma anche il parroco di Sant'Antonino don Fabio Peli che con due volontari, pure loro coinvolti, gestisce la raccolta di carta e ferro, stoccando il materiale in un'area pubblica. Per la Procura è una discarica abusiva e il sacerdote deve rispondere di gestione dei rifiuti non autorizzata.

Ai componenti dell'amministrazione è contestato invece il reato di falso in atto pubblico perché, pur sapendo che la gestione dei rifiuti non era autorizzata, hanno versato alla parrocchia contributi per oltre 44mila euro complessivi in nove anni. 

 

 

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