Una Via Crucis verso il Santuario di San Bernardo

L’artista Luigi Bresciani ha inciso le stazioni nell’alluminio: per realizzarle è servito un anno e mezzo di lavoro
Le santelle in alluminio decorato a bollino di Bresciani sono incastonate nei sassi - foto © www.giornaledibrescia.it
Le santelle in alluminio decorato a bollino di Bresciani sono incastonate nei sassi - foto © www.giornaledibrescia.it
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Da fine luglio via Don Giacomo Zubbiani, che dalla parrocchiale di Pieve sale verso San Bernardo, si è arricchita di una vera opera d’arte: la Via Crucis, con immagini su alluminio, realizzate dall’autodidatta (ci tiene a sottolinearlo) Luigi Bresciani, 76 anni la scorsa domenica. A partire da inizio salita, e fino al santuario sul colle, sono stati posizionati dei rettangoli 50x60 incorniciati da pietre locali, che danno così evidenza alle opere. Un lavoro che ha richiesto un anno e mezzo.

«L’idea - dice Bresciani - è nata dal parroco don Riccardo e dal curato don Giuseppe qualche tempo fa. In quel momento stavo lavorando ad un candelabro e non avevo considerato la proposta». Poi, a Pasqua dello scorso anno, mentre Bresciani saliva al San Bernardo, ha visto che alcuni volontari stavano ponendo delle piccole croci per la ricorrenza della via crucis, secondo un uso antico.

«In quel momento mi sono detto che era giusto riprendere l’idea del parroco. Avuto il suo assenso, ho cominciato a lavorare. La tecnica utilizzata è quella del settore armiero, ovvero incisione a bollino. Abbiamo scelto l’alluminio perchè, a differenza del rame, non diventa scuro». Le immagini della Via Crucis sono riprodotte su dei tondi; il primo, in alto, mostra anche l’Italia. «La scelta di disegnare in un tondo, -continua l’artista - è legata all’immagine del mondo che ho voluto dare. Poi ho riprodotto solo il viso di Cristo e della Madonna, aggiungendo solo la figura di S. Giovanni Battista. In tutte le immagini sono riportate solo della mani, che vogliono simboleggiare i carnefici». Mani che potrebbero appartenere anche a ciascuno di noi: uno spunto di riflessione, secondo Bresciani.

«Voglio ringraziare chi ha permesso tutto questo - conclude l’artista -. Mio fratello che ha sostenuto il costo del materiale, gli alpini di Pieve che mi hanno aiutato a scavare per posare i sassi, il Consorzio S. Bernardo ed i proprietari dei terreni che mi hanno dato l’autorizzazione a posizionare le stazioni e Tiziano Raggi per l’aiuto ad incidere le frasi dei Vangeli». Infine un consiglio a chi sale al colle: attrezzarsi di una lente d’ingrandimento per vedere le gocce di sudore e le spine sulla fronte riprodotte nei tondi: un lavoro certosino che merita di essere apprezzato per intero.

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