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IVREA. Attenti elettori!: anche in politica ci vuole la "Var", come nel calcio.

IVREA. Attenti elettori!: anche in politica ci vuole la "Var", come nel calcio.
Le recenti Elezioni Amministrative di Ivrea, nel passaggio dal primo turno del 10 giugno al ballottaggio conclusivo del 24 giugno, hanno determinato una situazione che, all’apparenza, non evidenzia nulla di particolare. Il candidato che rappresenta una coalizione sostanzialmente monocolore del PD ha raccolto ca. il 36% dei consensi, un altro che rappresenta una coalizione nella quale la Lega del ministro Salvini fa la voce grossa, rispetto ad altre liste di partiti e civiche che non hanno certo brillato, ha raggiunto ca. il 30%. Così, essendo i due candidati più votati, saranno quelli che andranno al ballottaggio. Da qui deriva un aspetto “sfuggente” non così comprensibile ai Cittadini Elettori, a quel 54% che si è recato alle urne il 10 Giugno e che medita, magari con qualche ulteriore defezione, più che giustificata, di ritornarci il 24 giugno. Sveliamo quindi un po’ l’arcano. Si da il caso che, dietro i due qualificati allo scontro finale, terzo incomodo, non si sia classificato il Movimento del Web a Cinque Stelle, bensì la coalizione “capitanata” dal mio ex “compagno di minoranza” di tante battaglie in Consiglio Comunale, nei cinque anni dal 2013 al 2018, che ha condiviso con me un rilevante numero di Mozioni, scritte dal sottoscritto. E’ stato scritto, senza che mi risultino smentite ufficiali, che questo candidato, Comotto, ora vuole apparentarsi ufficialmente con una delle due coalizioni giunte in finale. Scherziamo? Sarò un irrecuperabile idealista, ma non posso esimermi dall’esporre le motivazioni per cui una proposta di questo tipo è a mio avviso improponibile, indecorosa, sconcertante, deludente e quindi impraticabile. E voglio andare oltre, pronto a porgere le più sentite scuse qualora qualcuno riuscirà a smentirmi circa la descrizione dei fatti che hanno condotto questa inquietante proposta. Avendo promosso e condiviso con Lui la necessità di scardinare, una volta per tutte, il “Sistema PD Ivrea”,   che ha condizionato negativamente il modo di amministrare la Città, favorendone il declino e l’involuzione, gli proposi, come feci anche con tutti gli altri Gruppi della Minoranza Consigliare sin dal giugno 2017, la costruzione di una coalizione la più allargata possibile, quindi non identificabile con un colore politico, per non offrire il fianco al solito diffondersi del pericolo “fascisteggiante” insito del CDX e per allinearsi al confronto elettorale con ampie possibilità di vittoria. Difficoltà? Sì! certo, quella di mettersi con la dovuta serenità attorno a un tavolo e definire un programma condiviso di una decina di punti ritenuti prioritari per il bene della Città. Vincoli? Si! certo, quello di fare tutti, indistintamente un passo indietro nella candidatura a Sindaco, per ricercare in modo anche qui unitario, una figura (come Sertoli o altra/o candidato) che poteva possedere le caratteristiche necessarie di coordinatore di tante diverse sensibilità. Ma no, Comotto disse no! aveva già deciso, supportato dai suoi fedelissimi, che solo Lui poteva essere il Candidato Sindaco. Non solo! diceva anche, che schifo i partiti, quelli che non decidono mai nulla, che sono solo virtuali, che gira e rigira hanno tutti una matrice che li ricollega al fascismo! (beh! questo è un po’ un suo chiodo fisso). Poi, in totale controtendenza, (sarà stato un caso puramente fortuito?!!), il primo simbolo di partito lo “sfoggiò” proprio Lui, quello di Rifondazione Comunista, acciderba! Io qui non discuto certo la falce ed il martello, discuto circa l’inopportunità di avere fatto questo passo quando la materia anti-sistema era ancora instabile, malleabile e plasmabile con criteri fondati sulla serietà e rigorosità degli intenti. Ho partecipato, senza avanzare alcuna pretesa personale, a diverse   riunioni della “santa alleanza” che ho sempre concepito come l’Anti-sistema e considerata aperta a tutti. Mi sono preso improperi, ci ho perso pure un po’ la faccia, perché continuavo, povero illuso, a sostenere la necessità di allargare la coalizione a Comotto ed ai suoi, condizione inderogabile per primeggiare già al primo turno. C’era in gioco un’immagine nuova e vincente da offrire anche a quel 44% di astenuti, schifato dal disperdere voti inutili in un’inutile battaglia, che ogni volta risultava persa già sin dai nastri di partenza. Ma lui no!, nessuna riflessioni, nessun confronto, dritto per la sua strada, convinto evidentemente che a Ivrea aspettassimo tutti il candidato perfetto da Settimo Rottaro, per ribaltare il quarantennale regime che ha imbrigliato e inchiodato la Città. Per coerenza verso una missione che non ero riuscito a portare a buon fine, mi sono ritirato dalla competizione, rinunciando a gratificanti offerte che mi sono state rivolte, ma che non andavano nella direzione di quello che avrebbe favorito il successo finale, unico mio obiettivo nel 1994, come ieri, come oggi. Mi è stato riferito che negli incontri elettorali tra candidati a sindaco, l’unico in grado di colpire efficacemente il baluardo del Sistema PD Ivrea, è stato proprio Comotto. Bravo! coerente con un lavoro condiviso in cinque anni! Ma ora, cosa fa Comotto, terzo classificato? Sonda astutamente i due schieramenti che lo hanno preceduto ed “esige” un accorpamento ufficiale da presentare nelle schede elettorali per il voto del ballottaggio. Nell’apprenderlo ho pensato ad uno scherzo! Purtroppo invece è la realtà. Tralasciando, ma solo per un attimo, il fatto che questa mossa politica è l’esatto opposto di quello che si intende per “cambiamento”, dato che il vero cambiamento deve necessariamente partire anzitutto dalla assoluta coerenza e trasparenza e dall’etica dei comportamenti, mi chiedo: come può essere ritenuta credibile una richiesta di questo tipo avanzata nella fase di ballottaggio? Quali potrebbero essere i criteri, addirittura rivoluzionari, con cui il candidato Perinetti potrebbe aprire all’ingresso in coalizione, consiglio e giunta (perché ovviamente lì si vuol arrivare) del gruppo Comotto, dopo cinque anni, mica cinque giorni, di completo disaccordo totale sui metodi e sulle scelte, su un sistema che non si sbaracca in quattro e quattr’otto? Sull’altro fronte, quali potrebbero invece essere i principi che non andavano bene solo due mesi fa e che invece ora sono attuabili nel ragionare con il candidato Sertoli, forte della rinforzata Lega del Salvini in visita la Città? E come può, in poche ore, essere divenuta “affidabile”, per Comotto, la Vice Sindaco in pectore, fino a ieri (o forse ancora nella notte) considerata dal medesimo come una nuova pericolosa Mata Hari? Spero che Perinetti e Sertoli abbiano entrambi, da candidati contro, ma entrambi trasparenti e responsabili, la classe di rinunciare ai servizi elettorali di Comotto. In tal modo riconoscendo la libertà di voto di tutti gli elettori non schierati con loro al primo turno, come ha fatto, a dire il vero con molta più dignità, il Movimento5stelle. Auspico anche che nessun eletto nelle loro fila, al primo turno, debba rinunciare deplorevolmente al proprio posto conquistato in Consiglio Comunale attraverso le preferenze espresse dai Cittadini di Ivrea a causa di meccanismi politici che hanno poco a che fare con al Democrazia e molto con l’inciucio. E Comotto dove lo mettiamo? Al posto legittimo, che si è duramente guadagnato con la decisione della sua candidatura a sindaco! Torni a fare il consigliere di minoranza, come era già insito nella sua presuntuosa e pretestuosa scelta iniziale e ringrazi i suoi più fedeli collaboratori per la lungimiranza dimostrata che l’ha portato in un bel “cul de sac” da cui abbia il buon gusto di uscire con l’indispensabile eleganza, palla al piede, senza buttarsi in area alla ricerca di un fatuo fallo da rigore. Stia attento che c’è una Var anche per le elezioni, anche se poi l’unico rischio è quello di squalificarsi da soli e con i propri elettori.
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