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10 Aprile 2018 - 11:26
Mesi fa abbiamo avviato un percorso esprimendo una posizione chiara. Consapevoli che, senza coraggio e fantasia, il campo progressista ad Ivrea sarebbe andato incontro ad una pericolosa frammentazione, e a una possibile sconfitta, avevamo lanciato un appello a tutte le forze, politiche e del civismo, affinché ad Ivrea si lavorasse a costruire una unità basata sui programmi e sulla visione della città. Valorizzando le molte cose che, a partire dai valori, accomunano forze e soggetti in una vasta area di sinistra e centro sinistra. Così, purtroppo, non è stato. Oggi questo campo si presenta alla prossima scadenza elettorale con tre candidati, nell’impossibilità di capire quali siano le differenze di programma e di visione del futuro della città. Sarebbe stato molto bello e stimolante se l’occasione elettorale si fosse trasformata in un acceso e vivace confronto tra visioni, progetti, scelte da compiere. E invece, purtroppo, l’attenzione e il dibattito si sono tutti concentrati altrove: il tentativo di fare stare insieme gruppi attraverso il collante dell’essere “contro” prima che “per”, le noiose e ormai incomprensibili divisioni di un partito che continua a coltivare una fallace idea di autosufficienza, la ricerca affannosa di nomi per comporre quante più liste possibili, la continua rincorsa alla sparata più ad effetto per il piccolo mondo dei social e dei giornali locali. Producendo sconcerto e disorientamento della vasta area della città che nei valori della sinistra e del centro sinistra ancora si riconosce. E’ molto tardi ma forse è ancora possibile cominciare a tessere quella tela dell’unità a cui poco si è lavorato. Nel 2018 si chiude una fase e deve essere costruita una proposta nuova che guardi ai prossimi 10 anni. Un ciclo amministrativo che dovrà attivare una rinnovata classe dirigente, esprimere capacità di innovazione e una visione per il futuro di Ivrea. Con la capacità di individuare, al di là di vuoti slogan, su cosa sia giusto rivendicare continuità con una pluriennale esperienza di governo, e su cosa, al contrario, siano necessarie significative cesure, ed un più generale cambio di passo.
Una proposta che sia il frutto dell’incontro e di scelte condivise tra tutte le forze di sinistra e centro sinistra della città, ma anche con il mondo dell’impegno civile che a Ivrea ha realizzato iniziative di innovazione sociale e un lavoro prezioso sui temi importanti della solidarietà, della sostenibilità ambientale e della legalità.
Ma perché questo avvenga, e siamo convinti che sia ancora possibile, occorre ripartire da capo, con la disponibilità di tutti. La campanella suona per l’ultima volta.
Occorre costruire uno spazio di confronto tra tutte quelle forze che riteniamo possano ancora trovare le ragioni di un percorso comune. Uno spazio che per noi deve essere aperto al Pd, alle forze che hanno dato vita all’esperienza di Leu, a Rifondazione Comunista, all’Associazione Viviamo Ivrea e alle tante realtà associative che fanno riferimento a valori comuni.
Nella ricerca di una candidatura a Sindaco unica e sostenuta dall’insieme di queste forze. O, quantomeno, costruendo uno scenario di futura collaborazione attraverso un patto chiaro e solido sui punti qualificanti della prossima agenda amministrativa.
Circolo Brat
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