Il totale resta stabile a circa 5 miliardi di euro nel 2017 ma la destinazione delle rimesse degli immigrati in Italia continua a vedere una crescita del Bangladesh e un calo verticale della Cina, mentre la Romania resta al primo posto. Scorrendo gli asettici fogli Excel della Banca d'Italia, si ricava una fotografia delle attitudini e della dislocazione delle comunità straniere in Italia e una conferma 'dell'anomalia' cinese. L'ingente flusso di denaro verso il paese asiatico, dopo il record 2012 di 2,7 miliardi si è ridotto a 136 milioni lo scorso anno e passa per altri canali non sempre leciti viste le diverse inchieste di questi anni e che sicuramente sfuggono alle statistiche ufficiali. La Uif della Banca d'Italia ha più volte lanciato l'allarme rilevando questo denaro stia muovendo verso istituti di pagamento con meno controlli, quali i money transfer con sede in altri paesi, oggetto da diversi mesi di una stretta delle autorità. In testa alla classifica c'è così da qualche anno la Romania (704 milioni di rimesse) peraltro la comunità più numerosa nel nostro paese con 1,1 milioni di residenti. Al secondo posto viene il Bangladesh che dai dati Istat ufficiali conta appena 122mila residenti ma che vede salire le rimesse a 534 milioni contro i 485 del 2016. Al terzo stabile le Filippine (325milioni) seguite da Senegal (309milioni) e Marocco (277). Anche le province da cui provengono i maggiori flussi tengono conto della 'mappa' delle presenze dell'economia. Da Roma vengono infatti gli importi più grandi verso la Romania (105milioni) il Bangladesh (140milioni) e le Filippine (104 milioni). A Milano spicca la presenza delle comunità sudamericane come Ecuador (38 milioni) o Perù (70 milioni). I cinesi sono quasi scomparsi da Prato (16,3milioni contro il 'picco' di 226 milioni del 2011). A Venezia forte il Bangladesh (41 milioni).
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