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ROMA. Ritorno Di Battista, "facciamo il M5S, no a Tav e Tap"

ROMA. Ritorno Di Battista, "facciamo il M5S, no a Tav e Tap"
Nelle acque già increspate del Movimento 5 Stelle irrompe, nel giorno del suo 40esimo compleanno, Alessandro Di Battista. Parlando in video da Puerto Escondido il "Dibba" non risparmia (quasi) nessuno: né la Lega, né il M5S, al quale chiede di restare se stesso nelle sue battaglie simbolo, a cominciare da quelle contro il Tav e il Tap. Non è la prima volta che il punto di riferimento del movimentismo pentastellato interviene da oltreoceano per esortare i suoi colleghi a "mantenere la barra dritta". Questa volta, però, Di Battista tocca due temi caldi del dibattito interno: la Torino-Lione e il gasdotto che porta il gas dal Caucaso fino in Puglia, in merito al quale, solo due giorni fa, il premier Giuseppe Conte ha incontrato il sindaco di Melendugno Marco Potì. "Ribadiamo i nostri "no" sani perché ci abbiamo preso i voti su quella roba là", è l'affondo di Di Battista che bolla come "opere inutili" sia il Tav sia il Tap. Parole che sembrano destinate a rinfocolare la trincea degli ortodossi su due opere che rischiano di dividere anche il governo. Non è un caso che il ministro (pugliese) per il Sud Barbara Lezzi, nel pomeriggio condivida il post di Di Battista, ribadendo, implicitamente, la sua contrarietà al Tap. Sul Tav, invece, la Lega ha già manifestato la sua volontà: andare avanti. In un'intervista a Corsera, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti spiega che, nel vertice di ieri a Palazzo Chigi, di Tav si è parlato e, sulla soluzione che sarà adottata, non si sbilancia sottolineando come ciascun ministero farà una "ricognizione" sulle Grandi Opere sul tavolo prima di decidere se andare avanti o meno. L'impressione, tuttavia, è che se da un lato la realizzazione del Tav vacilli dall'altro, sul gasdotto, il governo non ha troppe scelte: troppo forte la pressione degli Usa e troppo salate, secondo una prima stima, le sanzioni da pagare per lo stop ai cantieri. Le parole del "Dibba" creano quasi un asse con Beppe Grillo - che ha ribadito qualche giorno fa il suo "no" al Tav - e sembrano puntare il dito contro la tendenza troppo governista e filo-leghista di una parte del M5S. "Basta parlare di immigrazione, basta. Questa è distrazione di massa", attacca, invitando i membri del M5S a "spingere" e limitandosi a difendere solo Luigi Di Maio: "è un combattente, fate come lui". E il suo futuro? Il "Dibba" resta vago, accenna a un possibile ritorno da parlamentare, ma avverte: "ora sono libero di pungolare il M5S". All'affondo di Di Battista, nel Movimento, nessuno sceglie di replicare. L'unico a parlare via facebook è Danilo Toninelli, il ministro maggiormente coinvolto nella vicenda Tav. "Auguri al grande "Dibba", se il M5S è al governo è anche merito tuo. Ti aspettiamo per nuove battaglie", scrive Toninelli. E chissà, se in Messico, le parole del ministro suonino come un semplice invito o come una sfida.
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