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ROMA. Stazione spaziale cinese, rientro da prossima settimana

ROMA. Stazione spaziale cinese, rientro da prossima settimana

Spazio

A partire dalla prossima settimana, in un giorno compreso fra il 28 marzo e il 4 aprile ma ancora impossibile da prevedere con precisione, la prima stazione spaziale lanciata dalla Cina nel 2011, Tingong 1 concluderà la sua caduta incontrollata andando in frantumi nell'impatto con l'atmosfera terrestre. Se per la maggior parte il veicolo brucerà, non si può escludere che alcuni frammenti possano arrivare a Terra, in una stretta fascia che comprende anche l'Italia da Firenze in giù. Le probabilità che il nostro Paese venga colpito sono molto basse, secondo alcuni calcoli pari a 1 su 300.000. Al momento questo è lo scenario, ma la situazione si evolve continuamente: "la finestra prevista per il rientro non è fissa, ma viene aggiornata continuamente e diventerà sempre più piccola", ha detto all'ANSA Ettore Perozzi, che con Claudio Portelli lavora nell'ufficio dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) sulla consapevolezza dello spazio. Rispetto alla sua quota iniziale di 360 chilometri, la stazione Tiangong 1 si era abbassata a 250 chilometri il primo marzo scorso e negli ultimi 23 giorni è scesa di altri 30 chilometri, fino agli attuali 220. In questi giorni la stazione Tiangong 1, il cui nome significa 'Palazzo celeste', è un vero sorvegliato speciale, controllato costantemente con telescopi e radar. Sulla base dei dati raccolti "si aggiorna costantemente la finestra del rientro, che diventerà sempre più piccola, fino al punto in cui - prosegue l'esperto - con tre giorni di anticipo si potrà stabilire il giorno dell'impatto nell'atmosfera"; "36 ore prima si potrà avere il quadro preciso di tutte le traiettorie, comprese quelle che passeranno sull'Italia". Al momento, ha aggiunto Perozzi, "vediamo che la stazione spaziale mantiene la sua configurazione di volo, ma sappiamo che a un certo punto questo finirà. In quel momento il modulo comincerà a 'tombolare'", ossia a oscillare e poi a rotolare verso l'atmosfera terrestre. Nel momento in cui il veicolo scenderà alla quota di 90 chilometri comincerà ad andare in frantumi. Tra gli elementi del modulo che potrebbero sopravvivere all'impatto con l'atmosfera ci sono sicuramente i serbatoi, realizzati con leghe molto resistenti e che contengono idrazina, una sostanza tossica per l'uomo e con la quale va evitato ogni contatto. Non si ritiene invece che persista a lungo nell'ambiente. La sua storia era cominciata il 30 settembre 2011 e allora il 'Palazzo celeste', o Tiangong 1, diventava la prima stazione spaziale cinese, in un traguardo senza precedenti nella storia della corsa allo spazio della Cina. Adesso sta cadendo in modo incontrollato verso la Terra ed è un autentico sorvegliato speciale sul quale sono puntati telescopi e radar di tutto il mondo. La stazione Tiangong 1 è lunga complessivamente dieci metri e mezzo e ha un diametro di 3,5 metri, è alimentata da due pannelli solari delle dimensioni di sette metri per tre e al momento del lancio pesava 8,5 tonnellate. E' composta da due moduli dalla forma cilindrica: uno di servizio e uno per gli alloggi dell'equipaggio. Nel 2012 e nel 2013 ha ospitato equipaggi composti da tre taikonauti, come si chiamano gli astronauti cinesi, nonché la prima astronauta donna della Cina. Conclusa la sua vita operativa, nella quale ha dimostrato la fattibilità di una stazione spaziale cinese e aperto la strada alla costruzione della stazione definitiva, Tiangong 1 è andato in pensione e il 21 marzo 2016 era stato ufficialmente dichiarato fuori controllo. Da quel momento sono cominciati i calcoli che hanno permesso di delimitare l'area dell'eventuale caduta di frammenti dopo l'impatto nella zona compresa fra 42,8 gradi di latitudine Nord e 42,8 gradi di latitudine Sud. Questa fascia comprende anche l'Italia, nella fascia che va da Firenze in giù, accanto a gran parte del Sudamerica e parte di quella centro-settentrionale, l'Africa, l'Asia meridionale, l'Oceania e naturalmente gli oceani. E' al momento impossibile prevedere quale di queste aree potrà essere colpita per almeno tre motivi: i cambiamenti che avvengono negli strati più alti dell'atmosfera, l'orientamento variabile del veicolo, che prima dell'impatto ruoterà su stesso e oscillerà, incertezza relativa alla velocità della stazione spaziale.
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