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03 Maggio 2018 - 11:46
Nicola Assisi
Prima lo Stato è entrato in possesso della sua casa, dopo ben sette anni dal mandato di confisca. Adesso, sempre lo Stato, lo utilizza come luogo della memoria delle vittime uccise dalla mafia.
E’ la villa di di Nicola Assisi, 60 anni, re del narcotraffico internazionale ricercato in mezza Europa.
In quella mega proprietà in strada vicinale Mosa 1, poco distante dal centro abitato, ieri mattina, lunedì 30 aprile, l’associazione Libera, il prefetto di Torino, Renato Saccone ed il sindaco Giosi Boggio hanno reso omaggio a Pio La Torre, parlamentare del Pci e sindacalista, e Rosario di Salvo, attivista del Partito Comunista, uccisi il 30 aprile del 1982 a colpi di proiettili mentre erano a bordo della loro auto, una Fiat 131, a Palermo.
La mattinata si è aperta con una visita all’interno dei locali della villa, luogo in cui Assisi aveva costruito un impero.
E’ da lì, infatti, che insieme ai figli Patrik e Pasquale Michael, faceva arrivare la cocaina dal Sudamerica al porto di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, per poi distribuirla in tutto il Nord Italia.
Quindi il ricordo alle due vittime ed un discorso sull’importanza della lotta alle mafie e il valore dei beni confiscati.
Libera ha anche manifestato la propria disponibilità ad occuparsi della creazione di un progetto di riutilizzo sociale del bene confiscato.
Presenti, Maria José Fava, referente di Libera Piemonte, il testimone di giustizia Pino Masciari, Mauro Esposito e Davide Mattiello, ex parlamentare Pd.
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