Il saluto romano al cimitero costa una segnalazione alla Procura. I nomi di nove militanti di CasaPound sono finiti in una informativa della Digos che è stata consegnata questa mattina a Palazzo di giustizia. I pubblici ministeri, adesso, dovranno valutare se ci sono state violazioni della legge Mancino o reati di apologia del fascismo durante una cerimonia di commemorazione dei caduti dell'ex Repubblica sociale italiana nel cimitero monumentale, che si è tenuta il 22 ottobre. Tra i coinvolti ci sono tre personaggi noti nel contesto delle tifoserie: due ultras bianconeri legati al gruppo dei 'Drughi' e un ultrà granata della curva Primavera. Per questi si sta valutando il Daspo. La cerimonia, che si svolge ogni anno, è stata promossa da una Associazione nazionale famiglie caduti e dispersi della Rsi. Vi hanno preso parte una trentina di attivisti di CasaPound e alcuni skinhead. Mezz'ora di commemorazione davanti ai loculi dei caduti di Salò e davanti alla lapide dell'ardito Carlo Cherasco, dove è stata posata una corona di fiori. Si pronuncia il nome del defunto e si risponde 'presente'. Il tutto accompagnato da saluti romani. Filmati, fotografie e registrazioni hanno permesso alla Digos di identificare i partecipanti. Ai nove è stata notificata la cosiddetta 'elezione di domicilio', che in pratica - viene spiegato - consiste nell'indicare un indirizzo dove ricevere gli atti di un eventuale procedimento penale. E adesso la palla è in mano alla procura. Il coordinatore regionale di CasaPound, Marco Racca, scrive su Facebook che "la questura perde tempo e soldi per denunciare dei ragazzi che onorano i propri morti". Nel post elenca alcune delle questioni che scandiscono le cronache torinesi alimentando polemiche e proteste: i roghi accesi dai rom, le palazzine dell'ex Moi occupate dai migranti, un recente caso di omicidio in un mercatino. Anche a Torino, come in altre città italiane, negli ultimi mesi Casa Pound ha cominciato a cercare (e a ottenere) maggiore visibilità con una serie di iniziative. Le 'passeggiate' in chiave antispaccio nei quartieri multietnici sono un esempio, ma ci sono anche la pulizia dei giardinetti e le iniziative in favore dei residenti nelle periferie. Tutto ben pubblicizzato sui social network. Alcuni siti di news locali, cui a volte si aggiungono trasmissioni tv di richiamo nazionale, se ne occupano regolarmente.
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