Il selfie dietro al palco del lingotto tra la padrona di casa, Giorgia Meloni e Giovanni Toti è l'immagine simbolo della prima giornata della conferenza programmatica di Fratelli d'Italia: una kermesse con oltre 2000 delegati giunti da tutto il Paese al Lingotto con cui Fratelli d'Italia apre la sua campagna elettorale in vista delle europee. "Il vostro manifesto conservatore e sovranista è il mio mondo. Fratelli d'Italia - assicura Giovanni Toti tra gli applausi - è il partito più vicino alla mia idea di costruzione di un nuovo centrodestra, di una forza realmente repubblicana". La leader Meloni gli replicherà domani, in sede di conclusioni. Oggi tocca al capogruppo Francesco Lollobrigida osservare che Toti "ha compreso il progetto politico di FdI". Un feeling intenso quello tra il governatore ligure e il partito di Meloni sottolineato dall'applauso della platea che di fatto prefigura una grande sintonia all'indomani del voto del 26 maggio. Toti, ormai in rotta di collisione pressoché totale con Forza Italia, arriva a Torino, unico ospite esterno al partito, dopo aver mancato polemicamente l'analoga manifestazione di quello che formalmente è ancora il suo partito, Forza Italia. Precisa che non lascerà Forza Italia prima del voto, ma che dopo il 26 maggio avrà mani libere. Oltre ad aver incassato il sostegno di Toti, Giorgia Meloni punzecchia sia Forza Italia - "in Europa conservano l'assetto attuale", sia la Lega, bollata come "populista". Quindi ribadisce dal Lingotto il suo ruolo di perno, come leader italiana del gruppo conservatore, di una qualsivoglia maggioranza in Europa alternativa ai socialisti. La giornata si apre infatti con un messaggio video di saluto di Jan Zahradil, candidato alla presidenza della Commissione europea per i conservatori europei (Acre). "Insieme, con l'Italia e soprattutto con Fratelli d'Italia - sottolinea il leader ceco - riusciremo a rendere l'Ue un posto migliore: libera, flessibile, al servizio degli interessi degli stati sovrani e delle persone". A questo gruppo guarda anche Elisabetta Gardini che ha sbattuto la porta a Forza Italia. Ma della faccenda se ne occuperà il gruppo europeo, martedì a Strasburgo, durante l'ultima sessione di questa eurolegislatura. Applausi anche per Caio Giulio Cesare Mussolini, alla sua prima apparizione pubblica da neo-candidato alle europee. Su di lui l'attenzione di tutti, dopo le polemiche sui giornali nei giorni scorsi. Ma il pronipote del Duce, anche con qualche malizia, rintuzza ogni attacco. "Sono stato vittima di un linciaggio mediatico solo per colpa del mio cognome. Purtroppo - lamenta tra gli applausi - nella sinistra vince l'ossessione del fascismo perché non ha altri argomenti". Quindi replica direttamente a Michele Serra, che ieri da la 7 aveva ammesso di volerlo prendere in giro. "E questi sarebbero gli intellettuali? La verità è che il mio cognome fa scattare il tic dei radical chic perché, malgrado la loro egemonia culturale, sono minoranza in questo Paese. Così non resta loro che lo spettro del fascismo. La mia famiglia è dovuta andare via dall'Italia due volte, nel dopoguerra e ai tempi del terrorismo. Ma io sono tornato - conclude ostentando una pausa - per arruolarmi prima in Marina e poi come manager in una grande azienda italiana".
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